Dossier
Il San Valentino delle famiglie
L’idea suona come provocazione: recuperare la tradizione che voleva Valentino, vescovo di Terni, costruire le doti per quelle ragazze povere che altrimenti non avrebbero potuto sposarsi. E fare di San Valentino (che i più oggi associano a rose rosse, cioccolatini e videofonini) una «festa della famiglia». Festa che si terrà all’antivigilia di San Valentino: domenica 12 febbraio, dalle ore 15.30 alle ore 18.30, a Pisa nel suggestivo contesto dell’ex convento di Santa Croce in Fossabanda.
Promotore dell’iniziativa: il consultorio familiare Ucipem. Suoi partners: i giornalisti cattolici dell’Ucsi, il nostro settimanale, l’associazione nazionale Famiglie numerose e la Coldiretti.
Composizioni floreali di florovivaisti Coldiretti «coloreranno» la giornata. Il ricevimento sarà affidato ai giovani studenti della scuola alberghiera dell’Istituto Matteotti di Pisa. All’interno dell’area festa Toscanaoggi sarà presente con un proprio stand, lanciando un’offerta per le famiglie che non sono ancora abbonate (abbonamento febbraio – dicembre 2006 a 20,00 euro).
Sostegno della famiglia, tutela dei minori, prevenzione di malattie, difesa dalla tv violenta e volgare. Sono solo alcuni dei «fronti» su cui si è battuta in questi anni l’associazione. Di due anni fa il caso della trasmissione «Bisturi». Come andò?
«Quando il programma fu annunciato eravamo ancora al tempo dei primi reality il Moige già si allertò ritenendo che la chirurgia, per lo più al di fuori di un contesto medico, non fosse un argomento adatto alla prima serata. Dopo la prima puntata il programma si era già rivelato per ciò che era; una trasmissione trash, truculenta, in cui la serietà di un intervento medico veniva banalizzata nel suo risvolto esclusivamente estetico. Quando fu fatta vedere l’operazione al seno di una giovanissima ragazza, con tanto di fidanzato in lacrime in studio, si toccò il fondo, tanto che non solo il Moige protestò ma anche il mondo medico e varie associazioni di utenti. Il Moige chiese agli inserzionisti del programma di ritirare i propri spot e molti di questi risposero positivamente. Le grandi multinazionali soprattutto aderirono all’appello indignate per ciò che veniva sponsorizzato dai loro prodotti e nel giro di una settimana il programma era in chiusura».
Anche recenti test somministrati ai bambini parlano di una media di tre tv per ogni appartamento. La tv a casa non aggrega, ma isola: i bambini in molti casi hanno il piccolo schermo in cameretta e scelgono in autonomia, senza alcuna mediazione del genitore, quali programmi vedere
«Non abbiamo mai voluto la tv, perché utilizzata nei modi e nei tempi adeguati può essere addirittura educativa. Un bel film o una trasmissione adatta ai minori, vista e commentata insieme a mamma e papà può essere un momento di unione. A patto che sia veramente un momento e non l’unica attività ricreativa della giornata. In genere direi che due ore al giorno per i bimbi sono più che sufficienti e possibilmente mai da soli. Dunque no alla tv in camera perché il rischio è di perdere di vista il bambino e ciò che sta guardando. La programmazione per i minori purtroppo non è molta e spesso è in orari non adatti, quando sono ancora a scuola o troppo tardi; per averla a portata di mano quando serve consiglieri di registrare ciò che si vuol vedere e poi guardarlo negli orari migliori, magari in compagnia di mamma o papà».
Carta di Treviso, codice di autoregolamentazione televisivo, commissione Rai minori tv. Quanto funzionano davvero questi strumenti?
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