Lettere in redazione
L’Oms e l’educazione sessuale nelle scuole
Nei giorni scorsi ho ricevuto dal sito CitizenGo l’invito a firmare una petizione (www.citizengo.org/it/signit/443/view) contro un documento della sezione europea dell’Oms che propone l’educazione sessuale obbligatoria in tutte le scuole iniziando dalla materna. In tutta Europa sono in corso manifestazioni di protesta e petizioni per il ritiro del suddetto documento che ha messo in allarme tantissime famiglie. Su internet è possibile leggere il testo integrale. Ho l’impressione che certe organizzazioni internazionali siano ormai manipolate dai poteri forti e gruppi massonici intenzionati al controllo totale delle future generazioni. Mi sbaglio? Mi auguro che Toscana Oggi affronti questo tema come ha già fatto Avvenire.
Ivan Bellucci
Raccogliamo volentieri l’invito del nostro lettore. Il documento a cui si riferisce può esser letto nella versione italiana su internet. È stato elaborato – cito dal testo – «dall’Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS nel 2008» e realizzato «dal Centro Federale per l’Educazione alla Salute (BZgA) di Colonia, un centro di collaborazione dell’OMS per la salute sessuale e riproduttiva, in stretta cooperazione con un gruppo di 19 esperti di varia formazione– dalla medicina alla psicologia, alle scienze sociali – provenienti da nove paesi dell’Europa occidentale».
Effettivamente si tratta di un documento molto ambiguo. Come affermano i promotori della petizione, che ha già raccolto oltre 20 mila firme, questo testo dell’Oms «incoraggia l’introduzione di comportamenti sessuali moralmente discutibili a partire dalla primissima infanzia (ad esempio propone la masturbazione infantile, la scoperta del corpo proprio e altrui tramite il “gioco del dottore» a 4 anni, l’esplorazione di relazioni tra individui dello stesso sesso prima di 6 anni)». Ma quello che per certi versi è ancora più grave è che «il documento è interamente orientato alla promozione e alla propaganda dell’ideologia gender», fatta passare per qualcosa di scientificamente serio. Purtroppo documenti di questo genere sono sempre più frequenti e alimentano il sospetto di una sorta di «regia occulta» da parte di poteri forti. L’educazione sessuale è una cosa seria e nessuno nega che vada fatta e in modo serio. Ma proprio perché è «educazione» e non pura «informazione», richiede il coinvolgimento attivo della famiglia che ha il diritto – riconosciuto anche dalle Carte dell’Onu – di educare i propri figli in conformità alle sue convinzioni morali e religiose.
Claudio Turrini