Lettere in redazione
Non esistono droghe innocue
Non tutti i problemi che abbiano nel nostro paese, adesso sembra che la legalizzazione delle droghe leggere sia il tema più importante per alcuni politici e i soliti ambienti culturali. Si dice che l’Italia sia tra i primi paesi al mondo per uso di cannabis e marijuana, ma si tace sul fatto che siamo agli ultimi posti per quanto riguarda la prevenzione e il rapporto educativo dei giovani, soprattutto nelle scuole. Nei paesi dove le droghe leggere sono state legalizzate non è scomparso il mercato clandestino e spesso hanno fatto da apripista a quelle pesanti. Risulta che il 96% dei cocainomani abituali hanno iniziato dalla cannabis e che il 40% degli incidenti stradali è causato dall’uso di droghe leggere. Non esistono droghe innocue. La droga è sempre droga.
L’annuale relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze, presentata nel luglio scorso, contiene anche qualche buona notizia. Sembra che complessivamente il consumo di sostanze stupefacenti sia in calo nel nostro Paese, con il 95,04% della popolazione, tra i 15 e i 64 anni, che dichiara di non aver assunto alcuna sostanza stupefacente negli ultimi 12 mesi. Se si va però a scavare all’interno del rapporto emergono oltre a queste «luci» anche delle «ombre». Riguardo ai giovani, ad esempio (su un campione di 34.385 soggetti di età compresa tra i 15-19 anni) l’indagine rileva «le seguenti percentuali di consumatori (una o più volte negli ultimi 12 mesi): cannabis 21.43%, (19,4% nel 2012), cocaina 2,01% (1,86% nel 2012), eroina 0,33% (0,32% nel 2012), stimolanti metamfetamine e/o ecstasy 1,33% (1,12% nel 2012) e allucinogeni 2,08% (1,72% nel 2012)». Dunque è proprio tra i più giovani che il consumo di droghe è in crescita. Soprattutto per quanto riguarda la cannabis (+2,29%).
Legalilizzare le droghe leggere non metterebbe fine allo spaccio e agli affari della malavita organizzata. E finirebbe per ampliare ancora la platea dei consumatori. È vero: non tutti coloro che fumano uno spinello finiscono nel tunnel della tossicodipendenza, ma è anche vero il contrario. Chi arriva alla tossicodipendenza ha iniziato da lì, dalle droghe leggere. E quanto avviene per il gioco d’azzardo, dove lo Stato fa da biscazziere, dovrebbe far riflettere tutti. La dipendenza da gioco aumenta di anno in anno, ha pesanti costi sociali ed economici e la malavita ci sguazza lo stesso.
Don Mimmo Battaglia, presidente Fict (Federazione italiana comunità terapeutiche) denuncia anche un altro fenomeno in crescita, quello «dei siti internet tematici che offrono cannabis (dal 2008 sono quadruplicati passando da 200 mila ad oltre 800 mila). Il mondo virtuale si connette al mondo reale. La dipendenza ed il consumo cambiano modalità, forma: un tempo si poteva definire “gruppale”, oggi si consuma dentro la propria camera da letto davanti ad un computer. Internet sembra essere il codice linguistico perfetto dell’attuale società liquida descritta da Bauman».
Claudio Turrini