Lettere in redazione
Basta con i giochini della politica
Il debito pubblico è alle stelle, soltanto due lavoratori su dieci saranno assunti a tempo indeterminato, la Grecia crolla, la Spagna quasi, noi italiani siamo sempre in bilico. Come se non bastasse, gli esperti annunciano che la crisi non è finita, che dovremo tenere duro. Silvio Berlusconi, nel frattempo, «riscende in campo», con (Ri)Forza Italia; Alfano se ne va, e piange… Nel frattempo scatta Renzi, che supera Cuperlo, che aveva doppiato Civati, smarcando Pittella. I cittadini preoccupati per il presente e per il futuro,vogliono rivolgere a questi personaggi un liberatorio: «Chissenefrega!». È il caso di non sprecare più il nostro tempo guardando lo spettacolo di questi inutili salotti e talk-show forieri di «frasi storiche da dopocena», e di andare – a turni bene organizzati – davanti al Parlamento, a chiedere conto delle leggi e delle riforme che ci avevano promesso; la lista è lunghissima, dalla riforma elettorale alla modifica della Bossi-Fini, annunciata il giorno dopo la tragedia di Lampedusa, tanto per fare solo due esempi.
Caro Di Furia, c’è del vero nel desolante quadro che lei dipinge sulla situazione politica del nostro Paese. E la tentazione forte può essere quella di dire appunto un «chissenefrega» non tanto ai talk-show dei politici, che in effetti non servono a niente, anzi fanno solo danni, ma alla politica in sé. In primavera andremo al voto per le Europee ed è facile prevedere una bassissima affluenza in tutti i Paesi dell’Unione. Ma anche alle prossime politiche in Italia, che sembrano avvicinarsi ogni giorno di più, probabilmente saranno in tanti a disertare le urne. È proprio questo che dobbiamo evitare. Il sistema politico si è dimostrato incapace di riformarsi dall’alto e solo un rinnovato interesse di tutti per la «cosa pubblica» può farci uscire da questo stallo. Come cattolici dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Purtroppo le tenui speranze che erano state aperte dal primo incontro di Todi tra le diverse associazioni cattoliche impegnate nel sociale sono state drammaticamente deluse. Anche qui è il momento di ripartire dal basso, di ricominciare a discutere di Politica (con la «P» maiuscola) nelle nostre parrocchie e nelle nostre città.
Claudio Turrini