Lettere in redazione

Chi non vuole l’affido congiunto

In tutte le trasmissioni tv che trattano di separazioni appare l’avvocato divorzista Bernardini de Pace, come grande esperta della questione. Come alcune associazioni di avvocati (Aiaf) nei propri documenti ufficiali, la Bernardini de Pace si dice contraria al progetto di legge 66 che abolisce l’affido esclusivo per sostituirlo con quello «condiviso». Nei paesi dove è stato introdotto questo tipo di legge la conflittualità tra genitori si è dimezzata e sono notevolmente calate la durata e la spesa della causa. Non sarà forse quest’ultimo il motivo per cui certi avvocati sono sfavorevoli a questa riforma?Silvio PammelatiRoma Il minore ha diritto a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori e a ricevere cura, educazione e istruzione da ciascuno di essi, anche dopo la loro separazione personale, lo scioglimento, l’annullamento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio». Parte da questo presupposto – ampiamente condivisibile – il progetto di legge n. 66 che vuole introdurre come norma l’«affido condiviso» dei minori ad entrambi i genitori. Chi sostiene la riforma osserva che in questo modo non esisterebbe più un genitore di serie A e un altro di serie B (generalmente il padre) e che nei paesi europei dove è stata introdotto qualcosa di simile – Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna – i risultati sono stati positivi. Si dice anche che toglierebbe le armi al genitore non affidatario che ricorreva al giudice ogni volta che voleva far valere un suo diritto nei confronti dei figli.I contrari fanno però notare che l’accordo fra genitori – presupposto perché l’affidamento congiunto funzioni davvero – non può essere imposto per legge e che in presenza di forte conflittualità per un bambino la soluzione migliore può essere stare con uno solo dei genitori. Sul progetto di legge si appuntano poi anche altre critiche tecniche, come la possibile incostituzionalità di costringere i due genitori separati ad abitare vicino (che ha anche controindicazioni pratiche) o come la modifica degli obblighi economici che finirebbe per svantaggiare il genitore più debole.È difficile dire chi abbia ragione. Il problema esiste e il legislatore deve porci rimedio con una soluzione equilibrata che tenga conto prima di tutto del bene del bambino. Claudio Turrini