Lettere in redazione

Fermare la pornografia su internet

Molta gente si impegna nel combattere la pedofilia su internet, ma a mio avviso ancora poco si fa per tutelare il bambino che utilizza internet e nulla si fa per le donne che vengono schiavizzate e costrette a prostituirsi e a mettersi in mostra sempre su internet. Molte di quelle ragazze-donne che si possono facilmente guardare, sono state drogate, minacciate, rapite e violentate anche in gruppo per fare ciò che molti utenti di internet troveranno eccitante. Per filmarle, molte di loro sono state fisicamente, verbalmente e psicologicamente umiliate attraverso terribili violenze per distruggere la loro libera volontà.

Non è raro nel mondo della pornografia che giovani ragazze e ragazzi vengano rapiti dalla strada e drogati per essere violentati in gruppo per distruggere la loro resistenza ad essere usati. In alcuni casi vengono torturati e perfino uccisi. Penso che un adulto riesce ad evitare di vedere certe immagini su Internet, ma la mia preoccupazione sono i piccoli utenti di Internet. E non mi dite che ci sono i filtri per favore: molti genitore non sanno nemmeno cosa sono e come si installano. La pedopornografia è punita ed è vietata, ma perché non viene fatta una legge internazionale che vieta su internet la pornografia come è stato fatto con la pedopornografia? La visione di certe immagini a bambini di 8 – 10 anni potrebbe causare effetti devastanti. Matteo Mercaldomatteomerk@yahoo.it Il problema che lei solleva è reale e importante, ma le soluzioni non sono così semplici. Intanto partiamo dalla pedopornografia (o pornografia infantile), il fenomeno più ripugnante ma che fortunatamente coinvolge solo una piccola minoranza di cybernauti. Il 23 novembre 2001 è stata firmata a Budapest la «Convention sur la cybercriminalité» che all’art. 9 chiede ai paesi di criminalizzare qualsiasi produzione, diffusione e detenzione per via elettronica di materiale pornografico che coinvolga minori, dando così maggiore peso e chiarezza a quanto già sancito nella Convenzione Onu sui diritti del fanciullo del 1989. A questa si aggiunge una decisione quadro del Consiglio dell’Ue del 22 dicembre 2003, che va nella stessa direzione. Ma che la strada non sia tutta in discesa lo dimostra quanto sta avvenendo in Italia, dove è in discussione al Senato un disegno di legge specifico contro la pedopornografia «anche a mezzo internet». Proprio in questi giorni il Forum delle famiglie e il Copercom hanno duramente protestato per le modifiche introdotte alla camera tra le quali la non punibilità per l’adulto che produce materiale pornografico con un minore di almeno 14 anni.Più difficile ancora è pensare di proibire qualsiasi contenuto pornografico, che poi è quello che crea più problemi alla navigazione in rete di un minore, perché è facilmente accessibile e può anche comparire all’improvviso. Non credo che su questo si riuscirebbe a raccogliere il necessario unanime consenso, mentre forse lo si potrebbe trovare sul fatto (però aggirabile) che l’accesso a questo tipo di pagine web sia sempre esplicitamente riservato agli adulti. Poi ci sono i software in grado di escludere questi contenuti: anche se lei li ritiene poco efficaci, potrebbero invece aiutare molto. In ogni caso bisogna far capire ai genitori che la navigazione in internet dei loro figli è così pericolosa (si pensi anche agli incontri sulle chat) da rendere necessari limiti, regole e anche una discreta vigilanza. Meglio ancora sarebbe parlare di «educazione» all’uso di internet, ma temo che molti genitori si sentano in questo spiazzati e incapaci.Claudio Turrini

Pedopornografia, quella legge non va