Lettere in redazione

Una lettura che aiuta ad orientarsi

Caro Direttore,ho rinnovato l’abbonamento a Toscanaoggi, assicurandomi anche per il 2006 una lettura indispensabile per riflettere e valutare fatti e argomenti, secondo una visione cristiana. Colgo l’occasione per incoraggiarvi a trovare anche nuove forme di comunicazione per migliorare, di modo che il lettore si senta sempre più attratto e desideroso di leggere il nostro giornale.

Altro complimento, fatto veramente di cuore, è per Riccardo Bigi che ha scritto di La Pira «Il sindaco santo». Il libro acquistato a caldo, mi ha veramente soddisfatto e merita una lettura che fa conoscere gli aspetti più significativi di un testimone irripetibile. Invito tutti gli abbonati a non perdere l’occasione di acquistare volume insieme al rinnovo dell’abbonamento, scoprendo molti aspetti inediti del grande La Pira.

Invio a lei e tutta la redazione, l’augurio di un Santo Natale.

Giancarlo GuivizzaniFaella (Ar) Si dice giustamente che un giornale non deve parlarsi addosso, ma le sua lettera, caro Guivizzani, … induce in tentazione, anche perché il tempo è propizio. In questi giorni infatti viene proposto ai lettori il rinnovo dell’abbonamento e la proposta si estende ai tanti che hanno potuto conoscerci attraverso le molte promozioni messe in atto nelle varie diocesi. Ma perché abbonarsi e a cosa serve Toscanaoggi?Il nostro primo compito è certo il comunicare fatti, persone, iniziative, con un riguardo, non esclusivo però, alla realtà ecclesiale: un comunicare che ci apre al conoscere e al conoscersi anche in una dimensione regionale. Oggi, però, un giornale di ispirazione cristiana deve anche saper cogliere il bisogno diffuso di orientarsi. Penso soprattutto ai problemi etici, che emergono prepotentemente e investono, in ultima analisi, il tipo stesso di società che si va costruendo. È quindi necessario studiare cause e rimedi, cercare la verità dei fatti, orientarsi appunto ma per noi alla luce del Vangelo e del Magistero della Chiesa. Certo un giornale non può offrire risposte esaustive – non è nostro compito e non ne abbiamo l’autorità – ma può in tanti modi aiutare a discernere, essere tra le tante voci, spesso monocordi in una visione laicista, una presenza che fa opinione. E può anche essere «luogo» di dibattito e di incontro in un tempo in cui, anche nel nostro mondo, è più facile contrapporsi che confrontarsi.Sono compiti certo impegnativi per un giornale, ma lo esigono i tempi. La sfida oggi è prevalentemente culturale, investe cioè la visione stessa dell’uomo e in questo i mezzi di comunicazione sociale sono palestra e veicolo. E noi, per quanto possibile, vogliamo esserci, con serietà e professionalità ed anche con un nostro stile chiaro e pacato: serve però il sostegno, che è amicale ma anche economico, dei lettori che sono la vera forza di un giornale che vuol essere libero e – quando occorre – fuori dal coro.Nasce da questa consapevolezza l’invito a voler camminare con noi anche per il 2006.