Ho letto con estrema attenzione sul n. 8 di Toscanaoggi (26 febbraio 2006) l’analisi sull’azione legislativa del governo di centro-destra e ho notato che manca qualsiasi riferimento alle luci come faceva suppore il titolo del lungo articolo: «Luci ed ombre di una legislatura bipolare». Spero che in un prossimo articolo si parli anche di queste che non sono certamente mancate specialmente per noi cattolici: legge 40, legislazione sulle droghe, ruolo Irc, tanto per soffermarmi sulle più importanti.Andrea Bartelloniper emailPosso capire le perplessità del nostro lettore. In effetti nella lunga e articolata disanima sull’attività parlamentare dell’ultima legislatura, che abbiamo affidato a due validi esperti di diritto, emergono più ombre che luci. Forse perché si è guardato più al complesso dell’azione legislativa (attenzione, non di governo!) che ai singoli provvedimenti, tra i quali ve ne sono certamente di validi, e dei quali, comunque, avevamo dato conto nell’ampia scheda. Basti citare la legge 40 sulla fecondazione medicalmente assistita (votata però da una maggioranza trasversale e poi sconfessata anche da alcuni che l’avevano approvata), quella che ha esteso il divieto di fumo a tutti i luoghi pubblici, la patente a punti, il ruolo degli insegnanti di religione, la legge sugli oratori. Notevole è stata anche l’azione di riforma dei codici, pur con aspetti discutibili (penso ad esempio a quello delle comunicazioni con annessa legge Gasparri). Dobbiamo dare atto alla maggioranza anche di aver posto mano a riforme delicate, come quella della scuola. Nel complesso si è però lavorato di meno rispetto alla legislatura precedente (665 leggi approvate contro le 906 precedenti, 749 sedute d’aula contro le 878 del 1996-2001) e si è continuato a far ricorso troppo spesso al voto di fiducia, nonostante che per la prima volta nella storia della Repubblica la maggioranza avesse margini molto ampi in entrambe le Camere. E proprio questo eccessivo «bipolarismo» ci è sembrato l’aspetto più negativo della XIV legislatura. Troppo spesso il dibattito parlamentare si è trasformato in puro scontro tra maggioranza e opposizione. Non senza colpe, però, anche di quest’ultima.Claudio Turrini