Lettere in redazione

Una volta imparziale, oggi «neo-con»?

Caro Direttore,sono abbonata da molti anni al giornale e ne ho sempre apprezzato la linea editoriale libera dai condizionamenti politici ed aperta ai diversi contributi pur nella sicura difesa dei valori cristiani. Ultimamente però osservo negli articoli del giornale una simpatia dichiarata verso posizioni di centro destra o neo-con. Si esaltano politici dichiaratamente atei ma attenti ai valori cristiani (in buona fede o per calcolo?); vengono additati ad esempio altri politici che difendono la famiglia e infatti hanno più mogli e relativi figli. Si difende il finanziamento alle scuole private cattoliche facendo finta di non sapere che sotto questo titolo ci sono scuole che di cattolico hanno solo il nome e che si distinguono per essere o diplomifici o scuole esclusive dove i ragazzi pagano rette alte per non trovare compagni extracomunitari o disabili, come nelle scuole pubbliche.

Condivido la battaglia della Chiesa sugli embrioni ma siamo sicuri che la legge attuale li tuteli? Vorrei inoltre una posizione ugualmente intransigente contro la pena di morte, le guerre, le torture che offendono ugualmente la vita. Mi piacerebbe che la Chiesa ed i giornali che si dicono cristiani si battessero in difesa dei poveri, ricordassero che l’eccessivo arricchimento è un’ingiustizia da moderare non con un po’ di beneficenza detassabile, ma con un’equa tassazione i cui proventi siano utilizzati per i più deboli nella società. Raramente invece la Chiesa critica il consumismo, la mercificazione dell’uomo, la pubblicità che per vendere fa leva sugli istinti peggiori.

Per queste idee devo ritenermi comunista? Eppure ho sentito parlare così santi sacerdoti che non si occupavano di politica ed interessi ma che prendevano il Vangelo come loro modello.Mariagrazia BenucciPitigliano (Gr) Ogni lettore, gentile signora Mariagrazia, ha il diritto – soprattutto se è abbonato da molti anni – di chiedere chiarimenti sulla linea editoriale del giornale. Ed è nostro dovere fornirli, come del resto cerchiamo di fare sia con questa pagina che con la linea diretta, attiva il mercoledì e giovedì. Toscanaoggi nella chiarezza della sua identità è, come lei del resto riconosce… ma per il passato, «libera da condizionamenti politici e aperta ai diversi contributi». Questo è, e rimane, un nostro impegno costante, anche perché fin dall’inizio abbiamo voluto che il Settimanale fosse un «luogo» dove i cattolici, ovunque politicamente collocati, potessero incontrarsi, confrontarsi, dialogare nello stile che deve, o dovrebbe essere loro proprio e che si caratterizza per l’ascolto e il rispetto che nasce dal riconoscimento delle legittime diversità. La nostra barra è questa e, mi creda, non è facile mantenerla, perché la tendenza dominante è quella di schedare in base a categorie che mal si addicono alla complessità del nostro mondo. Spero che questo chiarimento la rassicuri; devo però confessarle che ho difficoltà a seguirla nel rintracciare le prove che indicherebbero un nostro recente spostamento «verso posizioni del centro-destra o neo-con». È proprio sicura che il Settimanale non abbia detto con chiarezza il suo pensiero sulla pena di morte, la guerra, le torture, il consumismo? E quando abbiano «esaltato politici dichiaratamente atei?» Analogamente troverei difficoltà a trovare articoli che indicano – è telefonata di questi giorni – «una preconcetta avversione a questo governo ed una persistente simpatia per il centro-sinistra».Forse le imminenti elezioni, vissute da molti, a mio parere erroneamente, come scelta definitiva tra bene e male, rendono difficile valutare con oggettività quanto scrive un giornale come il nostro che intende, soprattutto un ambito politico, aiutare a farsi opinioni personali e motivate. Ed è certamente un andare controcorrente, in un tempo in cui tutti , giornali compresi, vogliono catturare e intruppare.