Lettere in redazione
Riti propiziatori dei maturandi
Lunedì 13 marzo erano cento giorni all’esame di stato e, come è ormai consuetudine, la maggior parte degli studenti delle classi quinte della scuola superiore ha compiuto una serie di «riti» propiziatori per il buon esito dell’esame. Normalmente i ragazzi si recano al mare dove gettano del sale nell’acqua oppure altri gesti ripetuti cento volte. Quest’anno ho proposto un’alternativa ai ragazzi del quinto anno che frequentano la parrocchia, perché un po’ preoccupato di questi atteggiamenti da parte di ragazzi cristiani. Così hanno risposto in tre e con loro è venuto anche un compagno della loro classe. Di buon mattino siamo partiti da Prato per il Santuario di Montenero. Lì abbiamo partecipato alla Messa e poi, ognuno, ha pregato qualche minuto per conto proprio, dopo aver acceso un lumino nella grotta.
Il tutto non è stato semplice perché pensavo di non trovare quello che invece ho trovato: centinaia di ragazzi che affollavano l’esterno e l’interno del santuario. Sono rimasto molto deluso, e non dall’atteggiamento di quei ragazzi, ma da chi non ha saputo cogliere l’occasione per dare loro un’alternativa a riti paganeggianti ed è stato incapace di fare un’accoglienza dignitosa. I ragazzi hanno scambiato il santuario per un posto qualsiasi: sulla gradinata molti di loro si facevano fotografare in gruppo e gettavano chili di sale sui gradini; sul piazzale decine di ragazzi saltavano su un piede solo, girando per il piazzale, sicuramente contando fino a cento; all’interno un via vai di ragazzi ovunque, senza nessuna guida; molti di loro prendevano un lumino per portarlo nella grotta, con su scritto il voto dell’esame, un chiaro gesto magico, poco cristiano. Tutto questo, ovviamente, in un clima da circo o da fiera paesana, non proprio adatto ad un santuario. Di fronte a quello che ho visto mi chiedo quante chiacchiere facciamo noi Chiesa sui giovani e quanto poco sappiamo educarli davvero.