Lettere in redazione

Una riflessione arrivata tardi

In riferimento a «Tasse e diritti dell’uomo» di Enrico Chiavacci (Toscanaoggi del 16 aprile scorso, pagina 6) le pongo alcune considerazioni che mi sono venute spontanee. Come mai tale documento è uscito dopo una settimana dalle votazioni? Aveva meno titolo dei valori espressi sull’etica, famiglia e coppie di fatto? L’indicazione su cosa è bene e cosa è male al «cristiano» va data a 360 gradi perché altrimenti si rischia il tormento delle coscienze e si dà un indirizzo di voto sbagliato.

Certo è che tutta la coalizione di governo e il suo presidente del consiglio non hanno operato nel senso auspicato da Don Chiavacci. Dunque possiamo dire: partiti che possono rappresentare i valori del cristianesimo non ce ne sono né a destra né a sinistra e chi si è atteggiato a difesa dei valori della famiglia, dell’embrione, della scuola cattolica, ecc, era spinto solo dal desiderio di rimanere al potere cercando di rastrellare voti dove era possibile.

Dopo il voto abbiamo visto che non si vuol dare strada a chi ha vinto le elezioni con accuse di brogli quando nei seggi c’erano scrutatori designati da tutti i partiti e le elezioni erano gestite dal ministro del governo in carica.Ma sarà solo per il bene degli italiani e per difendere i valori del cristianesimo che si assumono atteggiamenti del genere?Alberto TorriciniSesto Fiorentino (Fi) Sinceramente non capisco il suo appunto. L’intervento di don Enrico Chiavacci, pubblicato nella rubrica «Le idee», non aveva niente di elettoralistico. Era piuttosto una riflessione «alta» sulla funzione sociale dei sistemi tributari. Perciò non è che una volta chiuse le urne… diventava carta straccia. Anzi, penso che anche l’attuale maggioranza di centro-sinistra dovrebbe riflettere maggiormente su questi temi (e chi volesse rileggerlo, lo trova on line sul nostro sito www.toscanaoggi.it, nella sezione «Le idee»). E in questa stesso numero pubblichiamo questa settimana l’intervento di un moralista sempre sul tema delle tasse. Toscanaoggi, comunque, non ha mai inteso dare indicazioni di voto, quanto piuttosto aiutare i lettori a farsi un’opinione motivata. Quanto ai presunti «brogli» sono d’accordo con lei. È il governo in carica che ha gestito le elezioni e aveva non solo il diritto, ma anche il dovere, di assicurarne la regolarità. Se ha sbagliato, ci deve dire dove e perché, ammettendo tutte le proprie responsabilità. Altrimenti accetti il verdetto delle urne.Claudio Turrini

Enrico Chiavacci: Tasse e diritti dell’uomo

Rubare a Cesare non è peccato?