Caro Direttore,a proposito del famoso libro e film del «Codice da Vinci» concordo con quanti hanno detto che non si deve aver timore della sua notevole influenza nociva sulla gente. L’attacco alla Chiesa è un’occasione propizia per i credenti che debbono più a fondo dar ragione della loro Fede. Ed è un’occasione per approfondire le verità di Fede tanto per i credenti come per i non credenti. Infatti molti si sono dedicati a studiare meglio le verità storico-religiose per confrontarle con la falsità e la banalità del famoso libro.Padre Filippo ParentiFirenzeCaro Direttore,ho trovato nella mia cassetta delle lettere dei pieghevoli di Mondolibri, organizzazione che vende a domicilio libri di quasi tutti gli Editori. Questa volta il tutto è concentrato su Dan Brown e satelliti, con proposte di 11 titoli, più un dvd del «Codice da Vinci», il tutto con notevole accompagnamento di sconti e di sapientemente orchestrata serie di recensioni, invitanti e stimolanti, senza mai chiarire che il tutto è completamente disancorato dalla realtà storica. È logico che chi stampa i libri si dia da fare per promuoverne la vendita, ma non si può non riflettere sulla profusione di mezzi impiegata per diffondere queste mistificazioni.Più che mai necessaria quindi è l’azione raccomandata dalla Chiesa, ai massimi livelli di varie Nazioni, per chiarire le idee e «bonificare» il terreno dai veleni sparsi, e ben fatto è il vostro intervento, evitando contemporaneamente di aumentare lo stimolo ad acquistare quanto viene offerto: interessante sarebbe sapere fra un po’ di tempo, quanto di questa sovraesposizione finirà al macero.Pietro CavalcaselleCaro Direttore,apprendiamo che il film «Codice da Vinci» ha fatto flop al festival di Cannes. Come 2000 anni fa «Cristo è stato rivenduto e questa volta per milioni di dollari con una storia completamente falsa, creata apposta per creare scandalo e profitto. Peccato che tanti se ne siano accorti troppo tardi. Io comunque non ci sono cascato!Fabio NoliCaro Direttore,la Chiesa, nella sua saggezza, ha parlato poco del romanzo «Codice da Vinci» perché convinta della maturità dei propri fedeli. Infatti non è difficile capire la mediocrità di questa pubblicazione. Questo «silenzio» o quasi delle autorità religiose ha deluso non poco l’autore e gli editori i quali si aspettavano un incremento di vendite conseguente ad una eventuale condanna del libro.Lorella GrotenIl sostegno mediatico e economico per diffondere il «Codice da Vinci» è stato enorme e i risultati si vedono: del libro sono stati venduti milioni di copie e il film sta indubbiamente riscuotendo un grosso successo, almeno di cassetta. Eppure le tesi di Dan Brown restano ad ogni seria analisi «bischerate fritte e rifritte», per dirla con un’espressione del medioevalista Franco Cardini.Certo hanno avuto e stanno avendo un’azione indubbiamente negativa, che mette a disagio tanti credenti e soprattutto insinua dubbi e perplessità. Per questo credo che sia doveroso e opportuno protestare con forza contro un’opera costruita su una fantasia distruttiva che sia detto per inciso mai oserebbe sbizzarrirsi nei confronti di altre religioni o confessioni religiose. Ma protestare non basta e soprattutto non risolve. Serve invece ed è stata questa la strada percorsa un duplice impegno. Da un lato confutare sul piano storico-culturale le tesi di Dan Brown, come è stato fatto da più parti. Gli incontri, che hanno avuto questo taglio sono stati tanti, di buon livello e col contributo anche di studiosi «laici» che poco si prestano a queste elucubrazioni. È stato un modo per «bonificare il terreno dai veleni sparsi» che ha certo avuto effetto, a giudicare dalla larga partecipazione di pubblico.L’altro impegno consiste nel fare di questo, che è indubbiamente «un attacco alla fede», un’occasione propizia per approfondire e motivare il nostro credere. Bisogna infatti riconoscere che certe affermazioni fanno breccia proprio per il «crescente analfabetismo religioso» largamente diffuso anche tra i credenti, la cui cultura religiosa si è spesso fermata a quanto appreso negli anni dell’infanzia, mentre i tempi postulano ce lo ricordano i nostri Vescovi «una fede adulta e pensata a partire dall’ascolto intelligente delle Scritture e della Tradizione».