Lettere in redazione
Perché dedicare una via a Oriana Fallaci?
Vorremmo protestare contro l’idea di intitolare una strada di Firenze ad Oriana Fallaci. Non è un problema di schieramento, semplicemente non ci sembra che ricorrano quelle motivazioni in base alle quali si ritiene di lasciare testimonianza di una persona alle future generazioni. Non si tratta solo di essere ricordati ma di insegnare. Leggere il nome di una strada deve far tornare alla memoria ruoli, fatti e avvenimenti che sono stati utili all’umanità, al proprio paese, alla propria città. Niente di tutto ciò ricorre in Oriana Fallaci. È stata una brava giornalista, ma non era la sola. È stata un’inviata in zone di guerra ma ce ne erano altri (ad esempio: Tiziano Terzani era a Saigon – unico giornalista occidentale – al momento della liberazione della città). Ha intervistato i potenti della terra: era il suo mestiere e le sue non sono le uniche interviste lasciate ai posteri. Era una che sapeva scrivere; questo è vero, ma non ricorre nelle motivazioni di coloro che si sbracciano per metterla a capo di una strada.
Pur ritenendo davvero indecoroso l’«esercizio retorico e coccodrillesco», come l’ha definito Franco Cardini su Toscanaoggi, di chi oggi la osanna solo perché «sapeva tradurre in termini giornalisticamente efficaci e perfidamente intelligenti la loro stolida xenofobia», non sono d’accordo con voi. Firenze fa bene a ricordarla, intitolandole una strada, non solo perché è stata una giornalista di successo e una raffinata scrittrice, ma proprio per il suo grande amore per la città natale. Un amore che l’ha portata anche ad eccedere, talvolta, nelle critiche, ma che almeno oggi merita di essere contraccambiato.