Lettere in redazione

Perché tanta opposizione alla Chiesa?

Caro Direttore,quando ci schierammo contro l’aborto e il divorzio creammo dissenso, ma sembrò a tutti normale che il mondo cristiano prendesse posizione. Oggi che si è quasi distrutto la famiglia, che si vuol rendere naturale ciò che naturale non è, oggi che «io», e non l’uomo, sono al centro del mondo, oggi che la Chiesa esprime gli stessi principi di sempre, trova nemici proprio fra coloro che questi principi dovrebbero sostenere e salvaguardare. Perché si ha tanta paura delle opinioni che la Chiesa esprime? Eppure noi cattolici non gettiamo bombe, non ci facciamo esplodere, non siamo abituati a manifestazioni violente. Forse è proprio questa la ragione.Quel Gesù che parlò e che parla agli uomini e alle donne di ogni tempo è stato il più grande rivoluzionario della storia; nessuna guerra, nessuna filosofia, nessun movimento è riuscito a fare meglio. La giustizia, la libertà, la pace non sono in sintonia con l’interesse, con l’egoismo, con l’egocentrismo, con il potere.

Io non sono che una persona come tante, colgo queste contraddizioni perché sono le più evidenti, ma tutto ciò non mi scoraggia anche se un po’ mi spaventa. Il motivo è semplice: da una Chiesa che sostiene l’uomo e tutti quei valori che a lui competono. Da una Chiesa che sembra predicare nel deserto, non possono che nascere buoni frutti.

Ci sono germogli rigogliosi, ci sarà una splendida fioritura ed il raccolto sarà ottimo e abbondante. Bisogna solo avere la pazienza di aspettare, non oziando, ma gridando al mondo parole di Amore incuranti dell’odio che serpeggia. Così ha fatto il Maestro, così siamo chiamati a fare anche noi.

Questa è la Chiesa!

Livio LucchesiMaggiano (Lu)

E’ vero, caro Lucchesi, la Chiesa incontra opposizione sia quando riafferma e difende il valore della vita e della famiglia, ma anche – non dimentichiamolo – quando richiama con forza i credenti a impegnarsi per la giustizia e per la pace. L’accusa è sempre la stessa: indebita ingerenza e voler imporre a tutti una visione della vita che è «confessionale», cioé di parte. Sta qui, a mio parere, l’errore. Quelli che la Chiesa propone – e non impone – sono valori che certamente il Vangelo vivifica e rafforza, ma che di per sé sono valori umani, che caratterizzano una società a misura d’uomo e, operando in questa direzione, la Chiesa – sono parole di Benedetto XVI – «non lavòra per l’interesse cattolico ma sempre per l’uomo, creatura di Dio».

Questa opposizione, che a tratti sfocia in attacchi anche violenti, viene prevalentemente da gruppi forti ma minoritari. La gente comune, anche non credente, percepisce che questi valori sono importanti, anche sul piano sociale, pur sperimentando la difficoltà – come del resto avviene a ognuno di noi – a viverli in pienezza. Per questo guarda con fiducia alla Chiesa che deve essere sempre più capace di comunicare la verità sull’uomo, che va proclamata, con l’amore per l’uomo, qualunque sia la situazione in cui si trova a vivere. Bisogna aggiungere però che non ci si deve né meravigliare né scandalizzare se la Chiesa incontra incomprensioni e anche persecuzioni che, del resto, hanno sempre segnato il suo cammino nel tempo. Basta solo pensare ai tanti martiri del secolo appena trascorso e a quel che accade anche oggi in quei Paesi dove domina l’integralismo musulmano: qui i cristiani pagano davvero col loro sangue.

E già il Concilio nella «Lumen Gentium» al pr. 8 ci ricorda che «la Chiesa “prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio”, annunziando la passione e la morte del Signore fino a che egli venga. Dalla virtù del Signore risuscitato trae la forza per vincere con pazienza e amore le afflizioni e le difficoltà, che le vengono sia dal di dentro che dal di fuori, e per svelare in mezzo al mondo, con fedeltà, anche se non perfettamente, il mistero di lui, fino a che alla fine dei tempi esso sarà manifestato nella pienezza della luce».