Lettere in redazione
Cellulare con bestemmia
Passiamo al fatto. Siamo un gruppo di amici di mezza età riuniti per caso in uno di questi caldi pomeriggi di luglio. Ad un certo punto suona un cellulare e l’amico si appresta a rispondere. Ormai siamo abituati alle più diverse suonerie che squillano in continuazione senza alcun rispetto: musica classica, musica leggera, suoni più strani, sirene campanacci ecc. Ma questa suoneria porta con sé lanciandole nell’aria e nei presenti vere e proprie bestemmie delle più volgari e oscene alla Madonna. Va bene che siamo in Toscana e la bestemmia, come dicono, è quasi di casa, ma metterla in bocca al cellulare ed alla moderna tecnologia, a questo non ero ancora preparato. Rimango di stucco, senza parole, mi alzo e mi allontano, mentre mi arrivano le scuse dell’amico: «Sapete è il cellulare del mi’ figliolo.»
Mi domando e vi domando: ma se uno ha un figlio così cosa deve o doveva fare?
Alla radice di certi fatti credo ci sia un disprezzo per gli altri, soprattutto per coloro che vengono considerati più deboli anziani, donne, handicappati, ragazzi timidi o con qualche problema e quindi non degni di rispetto. Ed è grave che i protagonisti siano sempre più spesso dei giovani, anche perché ci chiediamo con preoccupazione su quali valori imposteranno la loro vita futura. È però anche giusto sottolineare che si tratta pur sempre di minoranze. Si colloca in questo contesto il cellulare con «bestemmie volgari e oscene alla Madonna» che certo quel ragazzo esibisce come segno di spregiudicatezza e di coraggio, mentre è solo un adeguarsi ad un andazzo un po’ vigliacco, perché certo non si oserebbe offendere simboli di altre religioni. E non è un caso isolato, tutt’altro. L’ultimo è lo spettacolo poi cancellato organizzato dall’Associazione gay bolognese «Carmi scelti» dal titolo «La Madonna piange sperma». Le riflessioni, che Giuseppe Dalla Torre ha fatto in proposito, anche in seguito al provvedimento di archiviazione emesso dalla Procura di Bologna relativamente alla denuncia per vilipendio nei confronti degli organizzatori di quella squallida manifestazione contro la Vergine, ci sembrano del tutto condivisibili, anche perché sono «laiche» e quindi tali da trovare convergenze anche da parte dei non credenti.
«Il problema è prima di tutto culturale, perché il vivere in una società è legato anche ad un’educazione nei rapporti pubblici; la salute di una democrazia dipende pure da una correttezza formale nelle relazioni tra consociati. I vincoli di appartenenza vanno alimentati, ma offese a persone e a gruppi li illanguidiscono e li tranciano e compromettono ogni possibilità di stima tra persone che pure sono chiamate a convivere.»
Queste norme di comportamento si comincia a viverle in famiglia e a scuola e possono aiutare il padre in questione ad aprire col figlio un colloquio pacato e serio.
Ovviamente a suoneria del cellulare cambiata: questo un padre può chiederlo ed anche esigerlo a chi vive in famiglia.