Lettere in redazione

Se la Spagna rimuove il Crocifisso

Caro Direttore,la notizia che viene dalla Spagna di togliere il crocefisso dalle scuole mi sconforta come credente e come cittadina d’Europa, dove il Cristianesimo è stato fonte di civiltà e di cultura. Perché gettare il simbolo di tutto questo? Per odio alla fede? Per rinnegare le nostre radici? Si parla di rispetto per le altre religioni, ma non è un controsenso pensare che una fede sia di ostacolo ad un’altra?

Temo purtroppo che questo ed altri gesti siano solo una tessera di un ampio mosaico che tende a coprire, anzi a soffocare piano piano, ma con un disegno ben definito, la realtà cristiana, che stimola uomini e donne a costruire una civiltà dove i valori sono la persona e non il profitto, la gioia e non l’edonismo l’accettazione del diverso e non l’eliminazione in nome di un falso amore che vuol togliere la sofferenza, si dica aborto, vita non autosufficiente, malattia irreversibile… tranelli intellettuali nei quali anche tanti cristiani cadono.

Lucia LandiFiesole

Nella Spagna di Zapatero continua, anzi si intensifica, la guerra ad ogni simbolo religioso. Una recente sentenza di un giudice impone che il crocifisso sia tolto dalle aule scolastiche di un istituto di Valladolid. Le motivazioni sono risibili: la presenza nelle aule turberebbe i ragazzi e i giovani, influenzandoli negativamente nelle loro scelte culturali e etiche e nei luoghi pubblici potrebbe dare l’impressione che la religione cattolica sia promossa e protetta dallo Stato.

La ragione vera è, come lei ben dice, gentile signora Lucia, che «queste decisioni sono solo la tessera di un ampio mosaico che tende a coprire, anzi a soffocare, la realtà cristiana» di cui la nostra civiltà europea è in gran parte figlia.

In Spagna, come altrove, i partiti socialisti – e le sinistre in genere – tendono sempre più a connotarsi di un radicalismo fortemente anticlericale che vede nella Chiesa una realtà da comprimere nella sola sfera privata, senza nessuna influenza culturale e politica, neppure in ordine ai grandi valori fondanti una società.

In Spagna poi questa tendenza è anche molto pericolosa, perché rischia di riaprire ferite e già se ne può cogliere qualche segno. Negli anni trenta il paese ha conosciuto una tra le più drammatiche guerre civili ed è poi approdato alla democrazia in maniera pacifica. Merito del Re, che volle che la sua investitura franchista fosse covalidata da un referendum popolare e dai vari governi sia quelli centristi che quelli socialisti guidati allora da Felipe Gonzales.

Per parte nostra ci piace riportare quanto stabilito dalla nostra Corte Costituzionale, proprio a proposito della presenza del crocifisso nelle aule scolastiche «non perché sia una suppellettile o un oggetto di culto, ma perché è un simbolo idoneo a esprimere l’elevato fondamento dei valori civili che hanno un’origine religiosa».

Alberto Migone