Lettere in redazione

Si può ancora parlare di guerra giusta?

Caro Direttorescrivo a proposito di un articolo del 4 gennaio 2009 «Risponde il teologo (È ancora possibile parlare di «guerra giusta»?)»). Oltre al fatto che nella risposta non c’è stato né un sì e né un no determinato, ma piuttosto una ricerca della pace: …«oggi dovrebbe ugualmente farci parlare di una pace giusta piuttosto di una guerra giusta». Ebbene, riferendomi alla Bibbia, Vecchio Testamento, allora, il popolo di Dio, più volte dovette combattere contro avversari e non solo, costui ebbe sempre la meglio, aiutato da forze soprannaturali: quella era una guerra giusta? Certamente i tempi erano diversi… e oggi, il rapporto uomo Dio è diverso? Io, per fede, mi «rifugio» che non possono esserci spiegazioni umane, perché i tempi e le…cose di Dio non possono essere quelle dell’uomo! Comunque a questa mia domanda, seppur semplicistica e povera di contenuti, si può aggiungere qualcos’altro a quanto è stato già detto? Gino GalastriFirenze

I suoi interrogativi, caro Galastri, sono comuni a molti di noi e nascono da una situazione di guerra combattuta tra Israeliani e Palestinesi, dopo quella, disastrosa, in Iraq, che tra l’altro non ha risolto alcuno dei problemi per i quali era stata dichiarata. Per non parlare delle cosiddette «guerre dimenticate» che si combattono in Africa delle quali i mezzi di comunicazione, con rare eccezioni, quasi non danno notizia.

La guerra si dimostra sempre più un’«avventura senza ritorno» e un’«inutile strage»; anzi, molto spesso, quando finisce lascia, per così dire, degli strascichi che preparano una guerra successiva. La durezza delle condizioni, imposte alla Germania dalle potenze vincitrici, è lì a dimostrarlo. Eppure esiste pur sempre il diritto di difendersi da una aggressione: in questo caso è moralmente consentito l’uso della forza militare e possiamo parlare di «guerra giusta». Il compendio del Catechismo della Chiesa cattolica offre ai pp. 484 – 485 – 486 chiare lineee di giudizio, come del resto ben fa nel suo articolo don Leonardo Salutati (Risponde il teologo).

Perché una guerra possa essere considerata «giusta» devono ricorrere le seguenti condizioni: «certezza di un durevole e grave danno subito», «inefficienza di ogni alternativa pacifica», «fondate possibilità di successo», «assenza di mali peggiori, considerata l’odierna potenza dei mezzi di distruzione». Ma anche la «guerra giusta» ha le sue regole, perché la legge morale rimane sempre valida, anche in caso di guerra. «Essa chiede che si trattino con umanità i non combattenti, i soldati feriti e i prigionieri. Le azioni deliberatamente contrarie al diritto delle genti e le disposizioni che le impongono sono dei crimini che l’obbedienza cieca non serve a scusare. Si devono condannare le distruzioni di massa come pure lo sterminio di un popolo o di una minoranza etnica, che sono peccati gravissimi: si è moralmente in obbligo di fare resistenza agli ordini di chi li comanda».

Alberto Migone