Lettere in redazione
«Sì» e «no» al nucleare, dibattito ancora aperto
Caro direttore, anche io come molti altri lettori ho ricevuto con viva sorpresa l’opuscolo sull’energia nucleare allegato a Toscana Oggi. Rigirandomelo tra le mani ho cercato una firma, un segnale, uno sponsor. Tuttavia, forse anche per la mia professione di ricercatore nucleare, sebbene non in campo applicativo e energetico, la sorpresa è passata durante la lettura del testo con cui ho voluto misurare più i contenuti tecnici e di confronto che i nascosti motivi di una inattesa scelta editoriale. Nello spirito proposto da lei, accolgo e auspico pertanto il confronto su questo argomento che come molti altri sfidano le certezze di tutte le persone, delle comunità e degli stati. Penso che anche i credenti debbano farsi un’opinione su molte questioni attuali che esulano dai facili riferimenti famigliari, siano esse di etica soggettiva che di etica collettiva. Anche nel variegato mondo dei credenti c’è bisogno di intelligenti confronti per un altrettanto intelligente discerinimento su aspetti che ci sovrastano e dove spesso non aiutano, anzi sono ridicole, le rassicurazioni offerte da schieramenti politici o da opinioni precostituite. L’approvvigionamento di energia di una società ha giocato un ruolo fondamentale, magari spesso non sottolineato, nel determinare la storia dei popoli. Oggigiorno non si può pensare soltanto «in piccolo» e il problema energetico può influenzare pesantemente lo sviluppo e il benessere non solo di un popolo ma anche del mondo e della sua libertà. In questo campo l’Italia recente ha fornito esempi di grande miopia socio-politica. Trovo quindi utile e giusto che anche dentro le comunità cristiane si favorisca il confronto su questo aspetto.
Mi pare che se il dibattito dovrà essere veramente serio le argomentazioni dovranno arricchirsi di molti altri diversificati contributi, specie sul versante delle alternative ad un nucleare veramente e concretamente pericoloso e terra di conquista da parte di aziende orientate al profitto industriale. Viceversa dai contributi contenuti in queste pagine l’atomo potrebbe apparire una scelta «ragionevole» per integrare il resto e creare un bel mix dove tutto sta insieme armoniosamente e meravigliosamente. Mi auguro che nella Chiesa si realizzi una volta tanto un approfondito discernimento comunitario partendo dalle Chiese locali che possa andare più a fondo e ben oltre ciò che dal compendio della dottrina sociale sembra emergere quale generico ed accomodante possibilismo di (apparente) buon senso. Ci vuole ben altro per arrivare ad assumere decisioni o a formare un consenso responsabile che siano veramente a salvaguardia dell’uomo e del creato.
Caro direttore, sono convinto che la Chiesa e i suoi maestri sono l’orientamento più attendibile per un cristiano che aspira al Paradiso. Ma in questo caso non vorrei essere coinvolto come cristiano in un consenso al nucleare che non condivido. Sarà dura resistere alla pubblicità sull’energia del futuro nucleare in Italia. Diranno che il petrolio è agli sgoccioli e che con le pale si fa solo vento. Mi sento già minoranza! Ma come cristiano, anche se sarò in minoranza, non rinuncerò a contestare la scelta nucleare. Quello che mi addolora è veder coinvolto in questo «affare» dei fratelli, che si assumono una responsabilità morale non da tutti condivisa come tale.
Caro direttore, la ringrazio per essersi assunto le responsabilità per l’allegato sul nucleare. Soprattutto la ringrazio anche per l’impegno a far partire un dibattito serio e vero sulle energie rinnovabili e sull’energia nucleare (Nucleare: sì o no?). Troppo spesso purtroppo le informazioni, i dibattiti sono basati su teorie di parte e senza contradditorio, o fatte a sostegno di interessi particolari e meramente economici di pochi. Solo per citare alcune problematiche, che aumentano esponenziale se parametrati, purtroppo, sul livello italiano: il fabbisogno di uranio, l’aspetto sismico, lo smaltimento delle scorie, i tempi di entrata in funzione delle centrali (10-15 anni), il mancato risparmio energetico e tanti altri. Senza contare i mass media che, sia per avvalorare tesi a favore che contro, spesso fanno parlare politicanti che ragionano solo su base idieologica o clientelare; e ad esempio mai (o quasi) per gli italiani, c’è la possibilità di ascoltare pareri di chi è veramente competente (ad esempio Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica). Sulla falsa riga dell’allegato «Energia per il futuro» dove in quarta di copertina viene citato furbescamente il cardinale Martino, mi permetto di citare il Santo Padre: «Tante sono oggi le opportunità scientifiche e i potenziali percorsi innovativi, grazie ai quali è possibile fornire soluzioni soddisfacenti ed armoniose alla relazione tra l’uomo e l’ambiente. Ad esempio, occorre incoraggiare le ricerche volte ad individuare le modalità più efficaci per sfruttare la grande potenzialità dell’energia solare».
E’ con grande tristezza che nel dibattito aperto dal settimanale sull’energia nucleare vedo riproposto il paragrafo 470 del Compendio della dottrina sociale della Chiesa nel quale s’invita la scienza ad elevare i livelli di sicurezza dell’energia nucleare in modo da equiparare quest’ultima alle nuove fonti alternative di energia. Infatti questo giudizio conferma quanto la Chiesa Cattolica sia debolmente interessata alla salvaguardia del creato, poiché é ben noto che il combustibile utilizzato per l’energia nucleare é un elemento fossile (come petrolio e carbone) che, al pari di qualsiasi combustione, lascia scorie dannose per l’ambiente e quindi per l’uomo, per di più con elevate caratteristiche di pericolosità. Inoltre sotto l’aspetto sociale, poiché l’uranio non é presente ovunque e non è inesauribile, si innesca una competizione per la sua disponibilità che può portare a drammatici conflitti geopolitici come sta continuando ad accadere con il petrolio in via di estinzione. Insomma proprio il contrario del sole e del vento. Devo poi constatare che il dibattito suddetto prosegue in modo squilibrato perché all’opinione di un ingegnere era più corretto contrapporre quella di un altro ingegnere come Angelo Baracca (con pieno rispetto del climatologo Maracchi), a quella di un moralista l’altra di un soggetto ecclesiastico (ad es. p. Alex Zanotelli) che manca del tutto e infine viene ancora disatteso l’invito a pubblicare tutte le opinioni dei lettori. Forse il direttore si ritiene già sufficientemente auto svergognato avendo ammesso gli errori commessi per cui ritiene superfluo pubblicare le proteste dei lettori
A noi di Toscana Oggi il dibattito piace. Ci piace ragionare, pensare, discutere. Non ci piacciono i toni inutilmente intimidatori. Anche perché non c’è nessuno da intimidire. Le scelte che facciamo, le facciamo convinti che siano quelle giuste. Se poi sbagliamo, lo ammettiamo. E se qualcuno lo chiama «autosvergognamento», è libero di farlo. Detto questo, aggiungo che queste sono solo alcune delle tante lettere e dei tanti messaggi arrivati sul tema del nucleare dopo l’allegato fascicolo sull’«Energia per il futuro» e dopo il recente paginone con il «sì» e il «no» alle centrali nucleari attraverso tre autorevoli interventi di persone competenti, conosciute e stimate anche se di professioni diverse. Pubblicare queste lettere (sia pure poche e ridotte) ci sembrava giusto per consentire un passo avanti in un dibattito sul quale torneremo non appena saranno resi noti dal Governo i siti italiani dove dovrebbero essere realizzate le centrali. Continueremo a parlarne mettendo in evidenza i pro e i contro. Del resto, non trattandosi di verità di fede, crediamo che le opinioni, al pari di quelle sull’alta velocità o sui sottoattraversamenti delle città, possono essere divergenti.