Lettere in redazione
Giornali cattolici appiattiti sul Pd
Gentile direttore, fino a non molto tempo fa ero un lettore affezionato non solo di «Toscana Oggi», ma anche di molti giornali di ispirazione cristiana. Da un pò di tempo però provo un grande senso di disagio nel constatare come essi, pur ipocritamente professandosi non legati a nessun partito, si stiano sempre più appiattendo sulle posizioni espresse dal Partito democratico, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo dei più stantii argomenti tradizionali dell’antiberlusconismo. Poichè io sono orgoglioso di essere un elettore di centro-destra, mi chiedo se posso ancora considerarmi ben accetto nella Chiesa, dal momento che fate chiaramente intendere di considerare gli elettori di centro-destra come una massa di persone egoiste che hanno come unico scopo quello di non pagare le tasse e di cacciare gli stranieri a calci.
Caro Francesco, per essere ben accetti nella Chiesa non penso c’entri qualcosa l’essere di centro-sinistra o di centro-destra o di chissà quale parte. Sono ben altre le cose che contano, anche se, come ben sappiamo, ci sono dei valori non negoziabili che rappresentano la ragione e la missione dell’impegno dei cattolici nell’azione politica e sociale e di cui bisogna tener conto anche nello schierarsi politicamente. Per il resto io posso parlare solo di questo giornale (anche per correttezza nei confronti degli altri) e le garantisco che non c’è nessun appiattimento sulle posizioni del Pd e nessuna ipocrisia professandoci non legati ad alcun partito. Anzi, lo ribadisco con forza: non siamo legati a nessun partito, né al Pd né al Pdl né all’Udc…. A noi non interessano le etichette, non ci interessa l’eventuale appartenenza politica. Ci interessa l’Appartenenza con la A maiuscola. Il nostro intento, lo ripeto anche in questa circostanza, è quello di non essere di parte, bensì al di sopra, comunque mai al di fuori dei problemi. Vogliamo essere liberi di criticare Berlusconi se c’è motivo per farlo, così come vogliamo essere liberi di criticare Bersani o chi per lui. Certo, a differenza di lei, Francesco, in questa fase politica vedo difficile potersi dichiarare orgogliosi di appartenere a una parte o all’altra. Non mi sembra ci sia molto da entusiasmarsi né a destra né a sinistra.
Ma vorrei una volta tanto fare anch’io delle domande ad alcuni nostri lettori, soprattutto a quelli, che sono i più, che come lei ci accusano di essere di centro-sinistra: da cosa lo ricavano? Da cosa noi faremmo «intendere di considerare gli elettori di centro-destra come una massa di persone egoiste che hanno come unico scopo quello di non pagare le tasse e di cacciare gli stranieri a calci»? Vorrei però dei fatti concreti (citazione di editoriali, articoli, interviste…), non delle sensazioni. Prendiamo ad esempio l’ultimo numero, quello prima di questo, che lei, Francesco, avrà senz’altro letto.
Prendiamo l’editoriale di Giuseppe Savagnone sulla scuola (Un’istituzione ancora viva grazie a chi ci sta dentro), che criticava la Gelmini per alcuni aspetti ma ne riconosceva per altri i meriti. Questo è un esempio di libertà di giudizio su un tema particolarmente sentito come quello della scuola. Se fossimo schierati in modo ipocrita e appiattito l’avremmo solo criticata o solo elogiata. È un esempio, ma ne potrà trovare quanti ne vuole sfogliando il giornale e soprattutto gli editoriali, che in qualche modo ne segnano la «linea politica».