Lettere in redazione
Nessuna «beatificazione» di Vendola, solo dati di fatto
Nella «Nota» di Giovanni Pallanti pubbilcata il passato 7 novembre prima viene esposta una rapida, ma molto significativa sintesi delle persecuzioni che hanno subito i cattolici, alla quale fa seguito una serie di espressioni di ammirazione per Palmiro Togliatti e Nichi Vendola, campioni, del passato l’uno e del presente l’altro, del superamento di ogni pregiudizio anticattolico. Palmiro Togliatti è stato complice in prima persona di Stalin, un autentico «benefattore» dell’umanità e del cristianesimo in particolare (la firma del Concordato non fu una conversione, ma semplice opportunità politica; logicamente, Palmiro non pronunciò mai una parola a favore degli «ospiti» dell’Arcipelago Gulag); Nichi Vendola è il campione italiano dello zapaterismo (il Tar della Puglia ha appena annullato un provvedimento vendoliano che ostacolava l’obiezione di coscienza dei medici contro l’aborto; tanto per non citare matrimonio ed adozione per i gay, inseminazione eterologa, eutanasia, manipolazioni genetiche comunque siano, filopedofilia e così andando).
Lungi da noi l’idea di «beatificare» Togliatti o Vendola, ci mancherebbe altro! Infatti, «espressioni di ammirazione per Palmiro Toglietti e Nichi Vendola», Pallanti non ne ha scritte. La sua «Nota» è lì, in pagina, sul n. 39. Chi vuole se la può rileggere. L’intento di quell’articolo era di far capire come l’anticlericalismo sia una cosa anacronistica, poco intelligente, che non paga, nemmeno a livello politico. Se ne accorse Togliatti che, a differenza dei socialisti, votò l’articolo 7 della Costituzione («Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani…»). Se n’è accorto Vendola, che di fronte ad una platea non certo ben predisposta a discorsi simili, ha avuto il coraggio di farli. Ovviamente senza nessuna «conversione» (e chi ha parlato di «conversione»?), bensì per strategia politica in un Paese dove la presenza cattolica ha avuto ed ha ancora un peso specifico, che va mantenuto. Da qui l’appello, ricordato da Pallanti, affinché i giovani cattolici tornino ad impegnarsi in politica. «L’assenza di partiti di ispirazione cristiana si legge nella Nota induce i nemici del Vangelo a perseguitare senza remore la Chiesa, i preti e i vescovi, che sono costretti in prima persona ad esporsi in difesa dei diritti fondamentali delle loro comunità».