Lettere in redazione
Il suicidio di Monicelli, una sconfitta per tutti
Caro direttore, ho trovato disgustoso che alcuni abbiano utilizzato la morte di Monicelli per sponsorizzare l’eutanasia. Sappiamo che nella maggior parte dei casi le persone che si suicidano sono affette dal «mal di vivere» cioé depressione, piuttosto che da dolori fisici insopportabili. Monicelli si era presentato da solo in ospedale e aveva confidato a qualcuno di sentirsi stanco. Forse non ci si è accorti di quanto fosse depresso. Circostanze che devono richiamare tutti a un modo diverso di intendere la medicina, di accogliere il malato e a una capacità di guardarlo non soltanto per quella che è la patologia, ma anche per quella che è la solitudine di un uomo.
Gli elogi pubblici per il gesto compiuto da Monicelli sono stati davvero imbarazzanti e condivido con lei che sia stato disgustoso, da parte di alcuni, trasformare la vicenda in uno spot per l’eutanasia. Detto questo, confesso di avere appreso la notizia della procurata morte del regista toscano con grande tristezza e con un profondo senso di sconfitta. Il suicidio, infatti, è sempre una sconfitta: del suicida, prima di tutto, ma anche di chi gli sta intorno e di tutti noi, che forse non sappiamo trasmettere agli uomini del nostro tempo il rispetto e l’amore per la vita nelle sue diverse fasi e condizioni. Siamo riusciti ad allungarne la durata, ma non a farla apprezzare. E il suicidio di un novantacinquenne, che dalla vita ha avuto anche molto, aggrava questo senso di tristezza e di sconfitta. Ma casualmente, mentre pensavo alle parole per concludere questa risposta, ho aperto un biglietto d’auguri natalizi inviatomi dal Monastero della Visitazione di Pistoia. Con molta semplicità, battuto con la vecchia macchina per scrivere, c’è scritto: «Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la morte e dona la gioia delle promesse eterne». Confidando nell’infinita misericordia di Dio, speriamo che anche il grande Monicelli, che ha chiuso la vita con un gesto infimo, comprenda ora e ci faccia comprendere che l’unica felicità, anche in questo mondo, la si può trovare solo in quelle promesse eterne.