Lettere in redazione
Allergici al verde e ai riti della Lega
Domenica 19 giugno a Pontida, alla presenza dell’agguerrito «popolo padano» in camicia verde, armato di spadoni alla Giussano , con elmi celtici cornuti ed altre amenità, si è celebrato il ricorrente (ma questa volta atteso con trepidazione) rito populista-demagogico presieduto dal gran capo Bossi. Se qualcuno sperava che il Carroccio staccasse la spina a Berlusconi, è rimasto deluso e d’altra parte la conferma è venuta il giorno 21 dal voto della Camera e del Senato. Leghisti inveleniti d’accordo ma meglio finire questa legislatura stando al governo. Sarebbe interessante sapere se, nonostante le ovazioni il popolo leghista, quello puro e duro, è rimasto soddisfatto o se sotto sotto comincia ad avere qualche dubbio su i suoi amati capi. Dal palco di Pontida le solite tiritere sul federalismo, le tasse, le quote latte, ecc. e poi i famosi ministeri al Nord, sembra sia già pronto un palazzo a Monza ( forse poi si accontenteranno di uffici di rappresentanza), novità le accuse ad Equitalia di affamare i contadini padani con il sequestro dei trattori. Il clou con il Ministro Maroni che si è scagliato contro l’intervento in Libia (e fin qui poco male) perché ha rovinato il suo famoso accordo sui respingimenti ed ha causato il nuovo afflusso dei profughi sui barconi a Lampedusa. Sembra di capire che secondo lui, sospendendo l’intervento militare si fermerebbe l’afflusso dei rifugiati. Poi per sottolineare le sue parole ha fatto sua una frase cara ai pacifisti (ma che purtroppo in questi ultimi mesi una certa parte del mondo civile si è scordata) e cioè che «i missili non sono intelligenti». Considerando il contesto in cui è stata detta, se non fosse collegata a tragedie umanitarie, farebbe ridere. In realtà qualcuno rimpiange le sceneggiate di Gheddafi che in cambio di baciamano e probabilmente anche di qualcosa di ben più consistente si riprendeva migliaia di disgraziati esuli e li cacciava in lager dove subivano le più infami violenze. Oltre la demagogia e il bluff anche una buona dose di ipocrisia.
Ricordate il nazismo? Io lo rammento bene e tutti sanno che procurò all’Europa e al mondo molte pene. Quando vedo delle cravatte verdi in giro, lo crediate o no, mi viene il capogiro. Perché son della stessa razza, la loro logica è semplicemente pazza. Non perché vogliono spostare i ministeri, ma perché sono contrari agli stranieri. Si considerano belli e superiori ma tutti capiscono che danno di fuori. Noi italiani abbiamo una sola fortezza: quella del Quirinale. Il presidente Napolitano è il solo a dare una mano alla logica. Vi assicuro che sono un cristiano, ma non capisco troppo il Vaticano. Ha detto sì qualche parolina, ma non basta. Le cose vanno chiarite. Le sviste verso la Lega devono finire. Termina qui la «tiritera» di un vecchietto che ha sempre studiato la storia, ma non ha perso la memoria.
Non sono certo teneri con la Lega i nostri due lettori, anzi: sembrano piuttosto allergici al verde. Questo, però, non giustifica, a mio giudizio, paragoni come quello con il nazismo. Non scherziamo. Che poi da parte della Lega ci sia un atteggiamento poco disponibile all’accoglienza, per non dire di chiusura, è un altro discorso, che però trova consenso tra molti cittadini, anche cattolici. E questo dovrebbe preoccupare un po’ di più. Per quanto riguarda il «rito populista-demagogico», come lo definisce Rogani, l’impressione sta a metà strada tra il ridicolo e lo stantio. Anche l’ostentazione del verde, non tanto quello delle camicie a Pontida, quanto quello delle cravatte o dei fazzoletti nei taschini di ministri e parlamentari, effettivamente, sta venendo a noia. Sul fronte politico, invece, appare chiaro che la Lega sia in sofferenza come partito di governo. Lo dimostrano anche i malumori tra alcuni leader e il «gran capo Bossi». Per un movimento come questo, sulla spinta del «popolo padano», sarebbe più facile stare all’opposizione. Lo stesso dicasi sul fronte opposto per Di Pietro e l’Italia dei valori. Sul discorso della Libia, infine, qualcuno ironicamente potrebbe pensare che: «Va a finire che contro la guerra ci dà una mano pure Bossi!».
Andrea Fagioli