Lettere in redazione
Nelle stazioni ferroviarie è tornata la terza classe
Spesso si parla uguaglianza tra i diritti dei cittadini poi nella realtà tale disuguaglianza è visibile e concreta. Mi riferisco alla vergognoso trattamento che le Ferrovie dello Stato attuano nei confronti dei cittadini utenti e compartecipanti con le tasse e al buon funzionamento delle medesime. Alla stazione ferroviaria di Firenze le sale d’attesa per ritardi dei treni oppure per attendere il loro arrivo, sono divise così: soci del «Club Freccia rossa», con sala d’attesa riscaldata, elegante e inaccessibile con comodissime poltrone, personale gentilissimo, il privato «Italo», anche lì ambiente confortatissimo, poi nell’atrio della biglietteria, al freddo e al gelo e dure poltrone, il cittadino comune. Questa soluzione è ancora peggiore della vecchia terza classe che a suo tempo fu abolita e oggi ripristinata in forme ancora più discriminatorie. Tutti i cittadini devono a avere una sala di attesa dignitosa, in tutte le sale d’attesa d’Italia, dove attendere i ritardi e l’arrivo dei treni con tranquillità e comodità.
Caro Lombardo, sono d’accordo con lei. Si può ammettere che esistano salette riservate per determinate categorie di viaggiatori (che pagano di più), solo a patto che quelle standard siano comunque confortevoli e dignitose. E oggi non sempre avviene.
Claudio Turrini