Opinioni & Commenti
Informazione e conformismo, il potere delle grandi Companies
La seconda cosa, ancora più importante, è legata al fatto che le regole sono stabilite da Companies private, le quali aprono spazi sociali per motivi di lucro. E tali regole sono appunto quelle che oggi definiscono le modalità di accesso allo spazio pubblico. Voglio dire: lo spazio del dibattito pubblico – condizione per lo sviluppo di una democrazia – non è regolamentato da leggi dello Stato. I suoi criteri non sono stabiliti attraverso un confronto politico. Lo spazio del dibattito pubblico è invece colonizzato, o addirittura sostituito, da ambienti virtuali che impongono determinati comportamenti. Si tratta di comportamenti che rispecchiano le abitudini medie degli utilizzatori occidentali di certe piattaforme e che le piattaforme confermano e prolungano. Si tratta di comportamenti dettati dagli interessi commerciali dei proprietari delle piattaforme stesse.
Su tutto ciò l’Unione Europea comincia a interrogarsi. S’interroga su come regolamentare le attività di quelle grandi Companies che, attraverso i loro servizi, dettano le regole nei mondi digitali che sempre più abitiamo. È la dimensione pubblica che vuole riprendere il controllo di ciò che aveva abbandonato al privato. È l’offline che chiede conto all’online. Magari è troppo tardi, o forse no. Bisogna vedere se noi, che vogliamo esprimerci nello spazio pubblico, sia offline che online, siamo disposti ad appoggiare questa battaglia. Oppure se, ciecamente, continuiamo ad accettare le regole imposte da qualche piattaforma, nel timore di non poterla più usare.