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Quaresima, un cammino di gioia per ritornare all’essenziale

“Convertiti e credi al Vangelo”. Con questa espressione, nel mercoledi che inizia la Quaresima, viene posto sul nostro capo un pizzico di cenere. Durante tutto il periodo, se scegliamo di privarci di qualcosa, di digiunare, non dobbiamo perdere di vista che queste privazioni avranno senso solo se faremo spazio a quello che Dio ci offre.

Il gusto e il profumo delle Ceneri sono gusto e profumo dell’abbandono e della certezza. L’abbandono a Dio e la certezza che la polvere che siamo e a cui ritorneremo non è la finalità della nostra vita. Le ceneri di cui veniamo cosparsi è ricavata dai rami dell’ulivo benedetti nella Domenica delle Palme dell’anno precedente. Questo albero, che fu testimone del patire del Signore nel Getsemani e che ci dà un frutto meraviglioso, alimento anche della luce delle lampade a olio, oltre che del corpo, diventa così un perfetto simbolo di Cristo, il cui patire è sorgente luce.

Le ceneri allora diventano un anticipo della risurrezione. Le ceneri testimoniano un Dio il cui amore per gli uomini è straripante, un Dio che crede nell’uomo, che non lo lascia mai solo.  Abbiamo ancora nel cuore e negli occhi la grande folla che domenica 23 febbraio ha accolto Papa Francesco e ha celebrato con lui l’eucaristia nella città di Bari a conclusione dell’incontro “Mediterraneo frontiera di pace”.

L’impegno del nostro papa per la pace, la concordia e la solidarietà tra tutti, in particolare i più sfortunati della terra, è sempre, evangelicamente, al centro del suo pensiero, del suo magistero, della sua vita. E proprio Papa Francesco ci ricorda, nel suo messaggio scritto per questa Quaresima, che  “…mettere il Mistero pasquale al centro della vita significa sentire compassione per le piaghe di Cristo crocifisso presenti nelle tante vittime innocenti delle guerre, dei soprusi contro la vita, dal nascituro fino all’anziano, delle molteplici forme di violenza, dei disastri ambientali, dell’iniqua distribuzione dei beni della terra, del traffico di esseri umani in tutte le sue forme e della sete sfrenata di guadagno, che è una forma di idolatria…”. Ancora il papa ci raccomanda di dare spazio alla preghiera: “…la preghiera è tanto importante nel tempo quaresimale. Prima che essere un dovere, essa esprime l’esigenza di corrispondere all’amore di Dio, che sempre ci precede e ci sostiene…».

Stiamo vivendo in questi giorni un dramma molto particolare: la diffusione di un virus, di un male oscuro, che fa paura, che può contagiare tutti, che può arrivare anche laddove non possiamo immaginare. Più volte la storia ci ha presentato situazioni di questo genere, di fronte alle quali non si è mai sufficientemente preparati, ma che sono state occasioni per un profondo ripensamento della vita, per iniziare a fare veramente sul serio, per ritornare all’essenziale, per essere realmente e profondamente se stessi. E se questa Quaresima fosse veramente la giusta occasione per una conversione vera e profonda? Il cammino della vita ci vedrà sempre, fino alla fine dei nostri giorni, impegnati a convertirci, a tornare a Dio “con tutto il cuore” ma non possiamo e non dobbiamo perdere tempo.

Oggi, come durante tutta la Quaresima, dobbiamo imparare a convertire il nostro sguardo, perché il nostro cammino verso Pasqua non sia un cammino di vergogna e di colpa nel quale non oseremmo guardare in volto il nostro Dio, ma un cammino di gioia, dove, liberati da Dio, potremo testimoniare il trionfo della Vita.

Arcivescovo Metropolita di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino