Opinioni & Commenti

Vivere la Resurrezione come l’ha vissuta San Francesco

San Francesco, prima di diventare San Francesco, viveva la sua «tranquilla» vita da mercante, e figlio di mercanti, del medioevo. Non era certo povero. Suo padre affrontava lunghi viaggi per l’epoca e commerciava stoffe, anche preziose. Paragonabile oggi ad un grande marchio di moda. Quindi davvero non gli mancava il necessario e neanche il superfluo. Però inseguiva sempre qualcosa: le amicizie (era il re delle feste); la nobiltà (cercava un titolo nobiliare che mancava alla sua famiglia); la gloria (parteciperà alla battaglia con Perugia) e chissà quanti altri sogni. Cioè il suo cuore non era mai sazio.

Che bello sapere che c’è qualcuno che non si accontenta di vivere alla giornata ma ha sogni e prospettive anche grandi. Purtroppo intorno a noi vediamo un mondo sempre più triste dove la maggior parte delle persone si accontentano e se ci pensi bene questa parola già mette un grande amaro in bocca: accontentarsi; sopravvivere; lasciarsi vivere. Ora tutto questo che cosa ha a che fare con la Pasqua, con i giorni che stiamo vivendo?

Sono partito da san Francesco, quest’anno che proprio i Comuni della Toscana dovranno offrire il 4 ottobre l’olio per la lampada della grande basilica di Assisi, perché in lui è visibile il cambiamento profondo che vive all’incontro con il Signore e proprio con il Signore risorto. Nel tempo di passaggio dall’inseguire tanti desideri a quando incontra il Signore, fa la scoperta del crocifisso di San Damiano nel quale è racchiuso tutto il contenuto fondamentale della nostra fede: ci sono i personaggi della Passione con gli «amici» e i «parenti» e anche il centurione e gli angeli e i santi e la mano benedicente del Padre; il sangue di Gesù che sgorga dalle Sue ferite nelle mani e nei piedi, che va a illuminare lo scuro della nostra vita, e il sangue che dal suo costato trafitto che scende su di noi. E questo Gesù morto, con i segni della passione, ha però gli occhi ben aperti. È vivo.

Francesco si innamora di questo Gesù. Porterà questa immagine nel suo cuore tutta la vita. Quelle mani trafitte, quei piedi bucati, quel fianco squarciato e quegli occhi aperti, vivi trasformeranno Francesco e lo accompagneranno tutta la vita fino alla Verna, quando anche lui vivrà l’esperienza delle Stimmate a coronazione del più grande desiderio che si possa desiderare: vivere come Gesù. Ecco se incontri Francesco per le strade di questo mondo ti innamori di lui. Se incontri un uomo o una donna che vive la risurrezione come l’ha vissuta Francesco, ti innamori di lui o di lei. Noi tutti in fondo nel nostro cuore non cerchiamo altro che qualcuno che ami come ha amato Gesù, che sappia dare la vita come l’ha donata Gesù, che viva oggi, non dopo la morte, da risorto, vivo come ha vissuto Francesco dopo aver incontrato Gesù vivo.

Noi conosciamo Francesco come il giullare di Dio, come il Patrono dell’ecologia, come l’uomo che «sussurrava» agli animali. Ma Francesco è l’appassionato di Dio. Dopo aver incontrato Gesù non poteva fare a meno di annunciare il Suo amore per il mondo e spesso piangendo e lamentandosi perché «piango la passione del mio Signore». Allora che bello se anche noi riuscissimo a fare questo incontro e che bello sarebbe passare dal nostro semplice «accontentarsi», dai nostri semplici e spesso banali desideri a vivere la Passione nel nostro cuore, nella nostra mente, nel nostro corpo e diventare anche noi annunciatori di un Cristo vivo, con gli occhi aperti che cerca questa umanità ferita e triste per traghettarla nell’eternità beata. Questo è il passaggio che cerco. Questa è la Pasqua che cerco. Questa è la risurrezione del cuore che desidero per me e per voi. Il Signore vi dia pace.