Opinioni & Commenti
Un Forum civico per mettere insieme le migliori energie del mondo cattolico
«L’episcopato italiano sa che una parte non minoritaria della comunità cristiana non si sente rappresentata da alcuna forza politica in campo. Altrettanto è cosciente che anche il voto verso una parte o l’altra è spinto più dal motto “turiamoci il naso…” che dalla convinta adesione a una piattaforma programmatica». Questa lucidissima analisi del rapporto fra cattolici e politica in Italia è stata scolpita, nero su bianco, in un ponderoso e informatissimo articolo del quotidiano cattolico «Avvenire» nel quale si fa sintesi del pensiero «politico» del presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Gualtiero Bassetti. In altri tempi si sarebbe detto, senza offesa, che si trattava di un articolo scritto sotto dettatura, per sottolinearne la fedeltà col pensiero del suo protagonista principale.
Di sicuro, possiamo dire, che d’ora in poi, per i cattolici che affrontano la sfida della politica, non si potrà prescindere a cuor leggero dai paletti posti dal cardinale. Difficile non ritrovarsi, da comuni elettori cattolici, in quel voto «turandosi il naso…» di montanelliana memoria. La storia della Seconda e della Terza Repubblica è costellata di votazioni vissute con questo spirito. Con questo accomodarsi su partiti e movimenti nei quali le mediazioni e/o i compromessi, senza distinzioni tra destra e sinistra, hanno costretto i cattolici ad accontentarsi e a fare compromessi con la propria coscienza.
Peraltro con la progressiva e inesorabile scomparsa, nei principali partiti e movimenti, di una presenza cristiana riconoscibile. Il tutto in forza di una laicità spesso indifferente a ogni tensione valoriale e in nome di una sorta di tecnocrazia politica che avrebbe dovuto miracolisticamente risolvere i problemi di un Paese nel quale le contraddizioni sociali, territoriali ed economiche continuano a causare lacerazioni e divisioni. Ecco perché è interessante la proposta lanciata da Bassetti di un Forum civico nel quale possano confluire tutte le migliori energie del mondo cattolico che si sono messe in moto dopo il voto del 4 marzo del 2018, con un pronunciato protagonismo sia di tanti credenti sia dei loro pastori. Un luogo, il Forum civico, al quale spetti il compito di realizzare quel discernimento di cui la politica ha tanto bisogno. Un luogo non clericale, in cui si possa declinare in una chiave pubblica, cioè di proposta, la «grammatica dell’umano». Ma con una particolarità che sposa quella discontinuità oggi tanto in voga e suggerita dallo stesso Bassetti: «Il protagonismo dei trentenni o quarantenni».
Nell’articolo di «Avvenire» leggiamo della necessità di un’alleanza fra generazioni e dell’incontro «delle future leve con la saggezza degli anziani». Ma si precisa che il presidente della Cei «affida le chiavi del progetto a donne e uomini nel fiore degli anni, non compromessi con un passato divisivo. Questo passo, anche generazionale, implica una netta presa di distanza da tutte le attuali esperienze politiche. Esperienze che separano e frammentano, nel clima di scontro fra destra e sinistra, fra sovranisti e anti-sovranisti, fra populisti e anti-populisti. C’è bisogno di andare oltre…».
Parole, queste, che per la loro chiarezza non necessitano di alcun commento. Salvo spingerci a dire che aspettiamo con fiducia la nascita del Forum civico, così come ci piacerebbe conoscere al più presto le idee e i volti di queste donne e di questi uomini «nel fiore degli anni» a cui affidare il nostro consenso e la nostra rappresentanza. Chiediamo loro di farsi avanti al più presto.
Nel frattempo, poiché non possiamo sottrarci al dovere di votare, pur «turandoci il naso…» sarà bene non disertare le urne delle Europee. L’attesa per la nascita del Forum civico e per il manifestarsi delle nuove generazioni non può essere un alibi per non votare. Anche se ci toccherà ancora una volta fare qualche compromesso, non possiamo renderci complici di una deriva sovranista e populista dell’Europa. Questo forse ripugna pure alla coscienza credente.