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Israele omaggia Gino Bartali. L’unico rammarico è per il «Giro» che non passa da Gerusalemme Est

La canna della bici come nascondiglio, le gambe come motore. Poi via, pedalando a più non posso verso Genova, Perugia o Assisi. Così, partendo dalla sua Firenze, fingendosi in allenamento, Gino Bartali, negli anni dell’occupazione nazista, portava false carte d’identità e altri documenti per salvare gli ebrei dalla deportazione. Si parla di almeno ottocento, tanto che lo Yad Vashem, il sacrario della Memoria di Gerusalemme, lo ha dichiarato «Giusto tra le nazioni» e ora «Cittadino d’Israele» da dove simbolicamente partirà il Giro d’Italia, con l’unico rammarico che non tocchi Gerusalemme Est, la parte palestinese della Città Santa.

Tornando a Bartali, il grande campione è sempre stato restio a parlare della sua attività a favore degli ebrei, preferiva parlare della sua militanza nell’Azione cattolica ricordando l’iscrizione a 10 anni e vantandosi del distintivo che ha portato fino alla fine dei suoi giorni, il 5 maggio del Duemila all’età di 86 anni. Così come per il suo funerale non volle indossare la maglia gialla e nemmeno quella rosa, bensì il saio carmelitano. Ai tempi delle gare gli avversari lo chiamavano Gino «il pio», ma anche «l’assassino». Lo apostrofavano così proprio per la sua militanza nell’Ac e per i continui scatti in salita che spezzavano le gambe ai compagni di fuga. Lui stesso ricordava come una delle vittorie più belle nel famoso Tour de France del 1948 fosse stata quella di Lourdes. Ma il Santuario per Bartali più importante era il Ghisallo: «Ci passai già nel ’35 quando arrivai secondo al Giro di Lombardia – raccontava –. Al Ghisallo sono sempre rimasto fedele. La Madonnina l’abbiamo fatta dedicare ai ciclisti da Papa Pacelli. Si fece una staffetta da Roma con la fiaccola accesa dal Papa. Coppi la portò fino ai piedi del Ghisallo, io fino alla cima».

Corsa rosa, 21 tappe, ma nessuna in Toscana

Per la prima volta il Giro d’Italia esce dai confini europei per iniziare da Gerusalemme in Israele, proprio in onore di Gino Bartali, anche se la scelta di non passare da Gerusalemme Est lascia perplessi. La 101ª edizione della corsa rosa si disputa dal 4 al 27 maggio 2018 e si articola in 21 tappe. La conclusione, invece, sarà a Roma, per un Giro che non attraversa neanche la Toscana. I numeri parlano di 3.562,9 Km, per una media di 169,7 Km a tappa.

I corridori saranno chiamati ad affrontare 2 prove a cronometro individuali (compresa la prima di 9,7 km a Gerusalemme), con 7 frazioni per velocisti, 6 frazioni di media difficoltà e 6 frazioni di alta difficoltà. Le frazioni in Israele saranno complessivamente 3. La seconda è da Haifa-Tel Aviv (167 Km) e la terza da Be’er Sheva a Eilat (229 Km).

Dopo il giorno di riposo il Giro sbarcherà in Sicilia l’8 maggio con la 4ª tappa da Catania a Caltagirone. Nella 6ª tappa l’arrivo in salita a 1.736 metri sull’Etna. Nella 8ª (12 maggio) ancora traguardo in salita al Santuario di Montevergine (1.260 m.) per poi il giorno successivo arrivare ai 2.135 metri di Campo Imperatore sul Gran Sasso. Altre tappe da scalatori la San Vito di Tagliamento-Monte Zoncolan con pendenze anche del 22% (sabato 19 maggio), la Tolmezzo-Sappada, con il passo Tre Croci (domenica 20), l’Abbiategrasso-Prato Nevoso (giovedì 24 maggio, arrivo a 1.607 m.), la Venaria Reale-Bardonecchia, con il Colle delle Finestre a 2.178 m. e l’arrivo a 1.908 m. (venerdì 25) e la Susa-Cervinia 2001 con 4 mila metri di dislivello (sabato 26).

Sarà Rai2 il canale tv del Giro 2018, con 150 ore di trasmissione, con lo speciale che inizia alle 14,30. Poi le cronache dal villaggio di partenza su Rai Sport HD alle 11.50, il Giro in diretta e all’arrivo, il Processo alla Tappa dalle 17.15, il TGiro delle 20 e il Giro Notte delle 22.45 su Rai Sport HD.