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Una «Festa» inutile se l’altra metà del cielo fosse solo considerata altra metà della terra
Più spesso, però, ci vengono raccontare altre storie. Donne vittime di violenze e molestie: è questo il quadro che di solito ci presentano i media. Quasi un leit motiv, negli ultimi tempi. E poi, molto più semplicemente, c’è la realtà quotidiana delle cosiddette pari opportunità, ancora troppo lontane. Un tema politically correct da sbandierare magari in campagna elettorale, anche se quest’ultima sembra averlo dimenticato.
E dire che, almeno nella nostra lingua, il termine con cui si indica il genere femminile va ben oltre il semplice rispetto. Affonda le sue radici nel medioevo, quando la figura femminile era, per poeti e cavalieri, il simbolo ideale per cui scrivere, battersi, vivere: domina, la signora cui dedicare idealmente la propria vita. Oggi c’è bisogno di molto meno. Basterebbe che, più che come altra metà del cielo, venissimo molto più prosaicamente considerate l’altra metà della terra, in modo normale, senza la necessità di continui richiami o addirittura di leggi ad hoc. Un passaggio culturale indispensabile, anche se a molti può ancora apparire utopistico.
E allora, pur continuando a ricordare il tragico evento che le diede origine, si potrebbe fare a meno (finalmente!) anche della festa della donna. Oppure, per par condicio, istituirne (perché no?) una anche per l’uomo, con tanto di mimosa unisex, se lor signori gradiscono…