Opinioni & Commenti
Gmg, quei giovani come salmoni in continua risalita controcorrente
Ero tra quei giovani che nel 1970, 46 anni fa, udirono l’annuncio del «Concilio dei giovani» dalla bocca di frère Roger Schutz, il fondatore della comunità ecumenica di Taizé. Gli abitanti del pianeta erano 3 miliardi e 200 mila.
Sotto il tendone da circo che aveva dilatato lo spazio già grande della Eglise de la réconciliation, su quella ancora ignota collina nel cuore della Francia, eravamo in alcune migliaia. Ricordo benissimo l’emozione, lo stupore: uno stato febbrile che pervase tutti quanti, e che da quel giorno si è trasmesso e propagato attraverso le generazioni e i continenti per quello che fu chiamato un «pellegrinaggio di fiducia sulla terra». Si può dire che milioni di giovani siano stati coinvolti in un sogno diventato un progetto di vita a cui tanti di loro sono debitori che ancora prosegue in forme necessariamente aggiornate.
Quell’epoca era identificata da un’immagine di particolare forza: vivere la primavera della Chiesa. Forse Giovanni Paolo II si è ispirato anche a frère Roger quando dette vita alle Giornate mondiali della gioventù. Una corrente calda di spiritualità giovanile che attraverso il mondo ha toccato le chiese e i continenti. Era il 1991, a Czestochowa, 25 anni fa. In quell’anno l’emozione dominante proveniva dalla caduta del muro di Berlino, avvenuta neanche due anni prima. Dopo quel crollo tutto si poteva nuovamente sperare, l’epoca del terrore sembrava chiudersi alle spalle mentre si credeva imminente la nascita di un periodo di pace definitiva e ci fu chi descrisse addirittura il profilarsi di una probabile fine della storia. L’umanità contava 5 miliardi e 200 milioni di abitanti.
Oggi, nell’estate del 2016, a Cracovia, la nuova edizione della Gmg vive sullo sfondo di uno scenario storico descrivibile con ben altri aggettivi rispetto a quelli usati cinque lustri fa. È trascorso solo un quarto di secolo in cui, catapultati nel mondo dell’informazione globale in tempo reale, siamo perennemente affacciati a una finestra da cui vediamo una vita che non ipotizzavamo, che ci disorienta, ci impaurisce, insidia la fiducia e la speranza, stimola atteggiamenti difensivi e aggressivi. L’umanità che ci scorre davanti è composta da 7 miliardi e 500 milioni di cittadini.
La Gmg ha vissuto in mezzo a tutti questi cambiamenti che, sostenuta e rigenerata dai diversi stili pastorali di tre pontefici, vive e gode di buona salute. All’appuntamento convengono i «soliti» due milioni di giovani circa. Non è stata una storia facile, o scontata, ma resta una realtà oggetto di molteplici attenzioni e critiche che avanza, coinvolge, cambia e diffonde fiducia, speranza, amicizia, pace. In questo fiume di pace i giovani appaiono all’umanità come un popoloso e frizzante gruppo di salmoni in continua risalita controcorrente.
Non fanno notizia quanto meriterebbero, ma navigano vivi in una popolazione di 7 miliardi e mezzo di persone da cui i media sembrano saper estrarre solo sangue e terrore. La loro concretezza sgombra la nostra coscienza dagli inganni della comunicazione, riconduce alla realtà, ci riapre alla speranza se mai l’avessimo smarrita. Ecco, solo tre fotografie accostate per ricordarci, domani, prima di iniziare il banale lamento quotidiano sul «mondaccio» e sulla «crisi», di quei giovani che sono usciti di casa, si sono messi in cammino e provano a cambiare il mondo da un punto prospettico piccolo e dimenticato: se stessi. O forse, preferiamo le uscite di casa, eccitate, di chi si sposta dal computer allo smartphone per inseguire per le strade e le piazze i pokemon e litigare con chi dice di averli trovati prima?
Migliaia di giovani – e non solo – corrono e inseguono in queste stesse ore oggetti inesistenti e famosi. Davanti alle ultime frontiere dell’onnipotenza che germina tra un reale e un virtuale senza confine, preferisco un’umile suorina, suor Faustina Kowalska, nata nel villaggio sconosciuto di Glogowiec, con una vita circoscritta in pochi metri a Cracovia, che ha messo in cammino i giovani della Gmg, invitando loro e noi alla Misericordia.