Cultura & Società
83° Festival del Maggio Musicale Fiorentino, da stasera al 6 luglio ciclo di concerti dedicati a Brahms con Zubin Mehta sul podio
Sul podio il maestro Zubin Mehta a dirigere l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Con lui sul palco, in ogni serata, ci saranno importanti solisti di fama internazionale quali Pinchas Zukerman, Amanda Forsyth, Daniil Trifonov e Daniel Barenboim. Primo concerto del ciclo, oggi martedì 8 giugno 2021, ore 20; in programma il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 e la Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98 di Johannes Brahms. Violista: Pinchas Zukerman.
Nei cinque appuntamenti verranno eseguite non solo le quattro sinfonie del compositore tedesco, ma anche quattro tra i suoi concerti più importanti: il concerto in re maggiore op. 77 per violino e orchestra (8 giugno 2021) con Pinchas Zukerman, il doppio concerto in la minore op. 102 per violino, violoncello e orchestra (12 giugno 2021) con Pinchas Zukerman e Amanda Forsyth, il concerto in re minore op. 15 per pianoforte e orchestra (18 e replicato il 21 giugno 2021) con Daniil Trifonov e il concerto in si bemolle maggiore op. 83 per pianoforte e orchestra (6 luglio 2021) con Daniel Barenboim.
Il maestro Zubin Mehta è al Maggio, dopo un concerto sinfonico e una trionfale Tosca in forma di concerto al recente Festival dei Pentecoste di Salisburgo, con un’agenda ricca di impegni nel mese di giugno che, oltre i concerti del Ciclo Brahms, comprende anche le recite dell’opera La forza del destino di Giuseppe Verdi per la regia di Carlus Padrissa della Fura dels Baus, andata in scena in prima rappresentazione lo scorso 4 maggio, con le repliche del 7, 10, 16 e 19 giugno 2021. Inoltre il 14 giugno il maestro Mehta porterà l’Orchestra del Maggio, con Pinchas Zukerman, ad Atene per un concerto sinfonico con un programma brahmsiano in cui verrà eseguito il concerto in re maggiore op. 77 per violino e orchestra e la sinfonia n2 op 73 in re maggiore.
Il programma della serata dell’8 giugno si apre con il Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 77 composto in un periodo in cui Brahms stava vivendo una delle sue stagioni creative più tranquille e feconde, con la soddisfazione di essere riuscito a cimentarsi – e per ben due volte consecutive, secondo una costante del suo modo di lavorare – con la Sinfonia. Una delle prime ragioni del fascino irripetibile del concerto è infatti il senso di tranquillità formale che vi si respira quasi ininterrottamente legato direttamente anche la naturalezza con la quale il sinfonismo vigoroso della partitura si equilibra con la parte del solista.
A conclusione, la Quarta sinfonia di Brahms: la più alta e la più grande, anche per le dimensioni, ma soprattutto la più complessa e architettonicamente maestosa in cui il virtuosismo compositivo si sposa a una cantabilità intrisa di malinconia. È una Sinfonia imponente, nelle dimensioni e nella densità della scrittura, ricchissima nell’articolazione della partitura orchestrale, immensa nelle risonanze poetiche, tinte ora di ombre malinconiche e autunnali, ora di colori sonori grandiosi.