Vita Chiesa

82 candeline per il Papa

Era il mese dedicato a Maria e suonavano le campane, mentre il piccolo Karol vedeva, 82 anni fa, la luce nella sua casa di Wadowice. “Totus tuus”: un legame che lo scorrere degli anni avrebbe trasformato in dedizione totale. Non è un caso, forse, che il 18 maggio – giorno di festa e di commozione per l’intera Chiesa universale – sia anticipato da un così diverso anniversario: quello del 13 maggio, quando la trama che era stata accuratamente ordita per il suo assassinio fallì per un soffio. Ora il proiettile sta incastonato nella corona della Madonna di Fatima.

Le due date si inseguono, in un disegno provvidenziale. Ecco perché la gioia per la ricorrenza non si può fermare agli auguri, ma deve spingere ad una riflessione sul dono ricevuto dallo Spirito Santo, sia quando l’ha scelto come pastore della Chiesa universale, sia quando lo ha conservato al popolo di Dio. Perché il mondo, non soltanto i cristiani, avevano bisogno del suo grande cuore, della sua intelligenza, della sua fede. Certo, nulla è stato facile per lui, tante le prove a cui è stato sottoposto. Quando, da ragazzo, ha dovuto misurarsi con la perdita dei suoi cari. O provare la durezza del lavoro manuale, o condividere con la sua nazione la violenza di un regime dispotico ed ateo ed esporsi ai disegni oscuri delle forze del male. Sulla sua persona ha sperimentato il mistero della sofferenza, del dolore che tuttavia fortifica e salva. E questo l’ha reso ancor più caro. Soprattutto ora che gli anni e la malattia incalzano un corpo che tuttavia non vuole sottrarsi ai suoi doveri di pastore. Nel suo cuore c’è posto e consolazione per tutte le tragedie dell’umanità, soprattutto per la violenza che profana la terra santa di Dio.

Proprio per disarmare i fondamentalismi che a volte sembrano prevalere, non ha esitato a compiere gesti di grande umiltà e di apertura verso quelle fedi che fanno riferimento ad Abramo: inchinandosi in preghiera al Muro del Pianto o visitando la moschea di Damasco. A dimostrare che quando si ha l’amore di Dio, ogni barriera può essere valicata. Nello smarrimento davanti alla sofferenza di tanti popoli, è di conforto guardare a questa figura che precede tutti, anche se con visibile fatica, verso il futuro e invita tutti a seguirlo con passo spedito. Coscienza del mondo, interlocutore dei potenti così come degli umili. Padre riconosciuto e amato dei giovani, ai quali ha già dato appuntamento per la prossima estate a Toronto, per sollecitare quell’impeto missionario che è il lievito della Chiesa. Un giorno, sorridendo, ha ammesso che un Papa non può mai andare in pensione. L’umanità intera ci conta. Buon compleanno, Santo Padre.