Italia
«8 per mille», laicisti all’attacco
«Domani venerdì 28 settembre su La Repubblica parte un’inchiesta su quanto ci costa il Vaticano. Passa parola e passa all’edicola». La mail l’abbiamo ricevuta anche noi, come molti altri giornalisti. Una mail davvero insolita, perché il mittente non era il quotidiano romano che anticipava un suo «scoop», ma il radicale Maurizio Turco, 47 anni, deputato della Rosa nel Pugno. Lo stesso che ha «segnalato» all’Unione Europea i presunti «privilegi» verso la Chiesa cattolica per l’esenzione dell’Ici, facendo partire una richiesta di chiarimenti. Come faceva a saperlo? Basta dare un’occhiata alle tre pagine della Repubblica di venerdì 28 e alle due che son seguite mercoledì 3 ottobre per svelare il mistero. Curzio Maltese, che ha firmato i servizi, ringrazia in calce per la «collaborazione» Carlo Pontesilli e proprio Maurizio Turco. E se anche non l’avesse fatto lo si sarebbe capito lo stesso, perché quelle pagine altro non sono che l’amplificazione giornalistica di quello che il radicale Turco va dicendo da tempo. Basta leggere il grosso sommario di Repubblica: «L’otto per mille. Più gli insegnanti di religione. Più i contributi per scuole, ospedali e grandi eventi. Più i vantaggi fiscali. Ogni anno passano dallo Stato al mondo cattolico quattro miliardi, l’equivalente del prezzo della casta dei politici. Una ricchezza frutto del ventennio-Ruini, cresciuta proprio mentre la crisi delle vocazioni ha ridotto i preti da 60 a 39 mila».
La tesi, come si vede, è semplice nella sua rozzezza. Altro che «casta» dei politici. La vera «casta» è quella della Chiesa, che vive alle spalle degli italiani. Come se i quasi 20 mila euro percepiti tra indennità e rimborsi da un deputato italiano fossero paragonabili ai 1.300 euro di un vescovo. Soprattutto si tace sul perché si è arrivati al sistema dell’«8xmille», figlio della «congrua» che a sua volta «risarciva» in parte di tutte le spogliazioni del patrimonio ecclesiastico operate dallo Stato. E si insinua che la Chiesa cattolica sia privilegiata rispetto alle altre confessioni religiose, il che è assolutamente falso. Anche le altre Comunità che hanno firmato «Intese» con lo Stato possono godere dello stesso meccanismo della ripartizione proporzionale delle «non scelte». E nonostante le critiche iniziali, lo hanno accettato tutte, tranne per ora Pentecostali e Battisti. Poi c’è l’accusa, davvero «bassa» di aver speso 9 milioni di euro in pubblicità per l’«ottopermille» a fronte di appena 3 milioni euro destinati alle vittime dello tsunami nel sud-est asiatico. Tacendo che le vittime dello tsunami sono solo uno dei 7.772 interventi nel Terzo mondo per complessivi 80 milioni. Ma l’accusa ancora più ridicola è quella della «mancata trasparenza». Sui siti www.sovvenire.it e www.8xmille.it è tutto documentato. E l’ammontare degli introiti e la loro destinazione viene pubblicata su «Avvenire», sui settimanali cattolici ( e, a pagamento, sui principali quotidiani italiani.
Perché allora questo attacco? Perché un quotidiano largamente diffuso, come Repubblica, si presta ad accuse così di parte? «Siamo di fronte ad una linea, non nuova di attacco alla Chiesa, non solo sul piano tributario e fiscale ma anche più generale», commenta ancora Dalla Torre, che sottolinea come la Chiesa «sia radicata nel territorio dove, secondo il principio di sussidiarietà porta avanti quel che lo Stato dovrebbe, ma che non riesce a fare». Perché allora, si chiede meravigliato, «questa sinistra che ha avuto l’alto merito di avere enunciato in Costituzione il principio di sussidiarietà poi in pratica, almeno in alcune sue componenti, se la prende proprio con la società civile che dovrebbe essere il soggetto della sussidiarietà. Prendendosela con la Chiesa, infatti, se la prende con la società civile, con tutte quelle opere di ispirazione cattoliche che lavorano dal basso per la coesione sociale, per l’uguaglianza, per il rispetto dei diritti. Una visione statalista e non solo laicista che ha fatto il suo tempo».
8XMILLE. Nel 2007 i soldi stanziati dallo Stato italiano alla Chiesa cattolica per l’8Xmille sono stati 991.278.000. Di questi 205.000.000 sono stati impiegati negli interventi caritativi: 90.000.000 alle diocesi, 85.000.000 al Terzo Mondo e 30.000.000 per esigenze di rilievo nazionale. Alle esigenze di culto e pastorale sono andati 432.570.000: 160.000.000 alle diocesi, 185.000.000 all’edilizia di culto e tutela dei beni culturali, 39.820.000 al Fondo per la catechesi e l’educazione cristiana, 8.500.000 ai Tribunali ecclesiastici regionali e 39.250.000 ad altre esigenze. Al sostentamento clero sono andati invece 353.708.000 pari al 35,7% dei soldi stanziati. Questi soldi derivano dalle scelte che i cittadini italiani fanno al momento in cui presentano al fisco la loro dichiarazione dei redditi annuale. Una cifra che varia di anno in anno e che non dà alcuna garanzia alla Chiesa cattolica, che ogni anno si sottopone al giudizio dei cittadini, che possono darle la firma o rifiutargliela. Alcune garanzie esistevano prima della firma del Concordato, nel 1984, quando i sacerdoti cattolici italiani, ricevevano dallo Stato il cosiddetto «assegno di congrua», che veniva dato in sostituzione dei beni ecclesiastici incamerati dallo Stato nell’Ottocento. Il modo come vengono destinati questi soldi viene deciso dall’Assemblea generale dei vescovi per alzata di mano. La quota per ogni diocesi viene distribuita per una parte in porzioni uguali a tutti, per un’altra in base alla popolazione.
I FONDI PER INTERVENTI CARITATIVI E ICI. La Chiesa italiana ha finanziato, dal 1990 al 2004, 6.275 interventi in tutto il mondo, per un totale di 719 milioni di euro, come si evince dalla pubblicazione «Dalle parole alle opere» pubblicato due anni fa dal Comitato per gli interventi caritativi del Terzo Mondo (con i fondi 8Xmille). In circa 400 pagine si possono trovare nomi, indirizzi, tipo d’intervento e cifre al centesimo dei soldi investiti. Per quanto riguarda, invece l’esenzione Ici prevista dalla legge 504 del 1992 essa riguarda tutti gli enti non commerciali. Tra questi gli enti ecclesiali ma anche associazioni, fondazioni, comitati, onlus, organizzazioni di volontariato, organizzazioni non governative, associazioni sportive dilettantistiche, circoli culturali, sindacati, partiti politici (considerate associazioni), enti religiosi di tutte le Confessioni e, in generale, tutto quello che viene definito come il mondo del non profit.
Euro |
% |
|
Opere di culto e pastorale (assegnazione 2006) |
10.802.234,77 |
26,9% |
Carità (assegnazioni 2006) |
5.934.376,13 |
14,8% |
Sostentamento clero (bilancio ICSC 2006) |
23.348.664,71 |
58,2% |
TOTALE |
40.085.275,61 |
100,0 |
Euro |
% |
|
Remunerazione da parrocchie |
3.032.741,00 |
8,3% |
Remunerazioni, stipendi e pensioni personali |
5.458.108,55 |
15,0% |
Redditi dei patrimoni diocesani |
3.556.370,98 |
9,8% |
Offerte per il sostentamento – 2005 |
1.013.535,45 |
2,8% |
Fondi dell’Otto per mille |
23.348.644,71 |
65,1% |
TOTALE |
36.409.420,69 |
100,0 |