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50 ANNI EUROPA: LA DICHIARAZIONE PER L’EUROPA DEL COMITATO DELLE REGIONI

“È nostra ferma intenzione sostenere i capi di Stato e di governo perché si giunga a una rapida conclusione del processo costituzionale”, “senza rimettere in discussione i risultati positivi ottenuti dagli enti territoriali, soprattutto in relazione al controllo di sussidiarietà e alla coesione territoriale dell’Ue”. La Dichiarazione per l’Europa, resa nota al termine del convegno del Comitato delle Regioni per il cinquantenario Ue, riassume le acquisizioni di mezzo secolo di processo unitario ed elenca gli obiettivi ritenuti prioritari dai rappresentanti delle città e delle regioni del continente. Il primo obiettivo è “la promozione dei valori europei, fra i quali il rispetto dell’essere umano, delle sue libertà, dei suoi diritti e della sua dignità, i principi di solidarietà e responsabilità, lo Stato di diritto e l’uguaglianza di fronte alla legge, la diversità culturale, il consolidamento del modello sociale europeo, lo sviluppo dell’autonomia locale e della società civile, in modo da porre le basi per un patto di fiducia tra l’Unione, i suoi vari livelli di governo e i suoi cittadini”. Seguono “il completamento del mercato interno in una logica di sviluppo sostenibile” e “l’approfondimento democratico della vita politica dell’Unione”.

I componenti del CdR (organo consultivo dell’Unione europea, costituito nel 1994) confermano, nella Dichiarazione per l’Europa, una serie di prossimi impegni: “Continuare a contribuire alla creazione di una unione sempre più stretta tra i popoli d’Europa, pur nel rispetto delle diversità e delle identità regionali e locali”; “mantenere un dialogo diretto con i nostri cittadini sulle conquiste dell’Europa e sulle sfide future, e affermare il ruolo del Comitato delle Regioni nel processo decisionale comunitario”. Gli enti locali dell’Ue affermano la volontà di “mettere in comune risorse finanziarie e umane come complemento delle politiche europee su questioni fondamentali per i cittadini – come per esempio il riscaldamento climatico – allo scopo di sviluppare approcci comuni efficienti, solidi e sostenibili”. Inoltre essi intendono “valorizzare e condividere l’esperienza già acquisita nelle nuove forme di partecipazione dei cittadini, di sfruttamento culturale ed economico del potenziale territoriale, di gestione della diversità e di cooperazione territoriale nell’Unione e nel mondo”.50 anni d’Europa