Toscana
50 anni d’Europa
Dinanzi all’Eurocamera la Merkel aveva definito un «errore storico» il fallimento di questa prospettiva. Ebbene, il pericolo incombente sul testo di Berlino riguarda non tanto le affermazioni che conterrà, bensì i silenzi che ormai vengono dati per scontati. Il primo relativo alle «radici» dell’Europa, il secondo proprio sul Trattato costituzionale. A Strasburgo la scorsa settimana, spiegando agli europarlamentari l’«indice» della Dichiarazione, il presidente Hans-Gert Poettering ha parlato di quattro capitoli, comprendenti i successi storici ottenuti prima dalla Cee poi dall’Ue, i valori oggi condivisi, i campi di azione (ossia le politiche «comunitarizzate») e i prossimi impegni. Nessun accenno al profilo storico, culturale, etico, religioso del Continente. Sempre la Merkel aveva precedentemente chiarito che non ci sarà riferimento né a Dio né alle radici cristiane del Continente nella Dichiarazione di Berlino. Altrettanto sorprendente sarebbe l’omissione di un esplicito e convinto riferimento alla Costituzione e alla improrogabile necessità di un accordo fra gli Stati per farla giungere in porto.
L’Unione europea festeggia i suoi primi 50 anni di vita. Alle spalle ci sono successi evidenti ma anche errori e passi falsi. Quali sono, a suo avviso, le principali conquiste di mezzo secolo di integrazione?
«L’Ue è avvertita come qualcosa di lontano dalla vita quotidiana: dobbiamo avvicinare l’Europa ai cittadini. La gente spesso crede che l’Unione corra troppo e che le decisioni vengano assunte senza tener conto del parere dell’opinione pubblica. È necessario agire in maniera trasparente e raggiungere risultati concreti, utili per i cittadini».
In un mondo globalizzato l’integrazione tra i popoli e gli Stati europei è ritenuto un processo necessario, irreversibile. Quali sono le decisioni e le azioni più urgenti per superare l’attuale impasse e rilanciare l’Ue?
«L’idea dell’Unione europea ci spiega nasce come prospettiva di pace dalla tragedia della guerra e la Chiesa degli anni ’50 era molto preoccupata che l’Europa fosse capace di vivere in pace e di contribuire alla pace nel mondo. In seguito, la storia europea è stata condizionata dal Muro e anche la storia della Chiesa europea è stata segnata dalla divisione dell’Europa in due, ma in questo senso la Chiesa è stata profetica perché ha sempre considerato l’Europa tutta l’Europa. Basti pensare che dopo il Concilio è fondato il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, che è un organismo europeo che ha dentro di sé i Paesi dell’Ovest e dell’Est, del Nord e del Sud, comprendendo anche la Russia e la Turchia. In effetti, l’idea di unificazione europea si è sviluppata soprattutto nei Paesi occidentali. Dopo il crollo del Muro, l’Unione europea diventa un processo che va verso Est; la Chiesa, avendo considerato l’Europa sempre tutta l’Europa, sottolinea che il processo di unificazione europea non deve essere imposto dall’Occidente all’Oriente: è un processo da costruire insieme, ascoltando le voci, le esigenze, i contributi e le paure dell’Est».
Sono diverse le sensibilità delle Chiese dell’Est e dell’Ovest rispetto al processo di unificazione europea
«I Paesi dell’Est, da una parte, sono ricchi di speranza che l’Ue possa portare un benessere economico, un fondamento e uno sviluppo delle democrazie, una stabilità politica. Dall’altra, hanno paura del confronto con il libero mercato e con l’economia dell’Occidente, che si gioca sulla concorrenza e sulla proprietà privata. Ma hanno anche timore che l’Occidente diffonda una visione della realtà e dei valori che non corrispondono alla propria tradizione: una certa mentalità sulla vita, aperta all’aborto o che non sostiene la famiglia. Le Chiese dell’Est esprimono in maniera più profonda questo sospetto rispetto alla cultura occidentale, tanto segnata dalla secolarizzazione e dalla crisi dei valori; anzi sentono un po’ la vocazione di arginare la deriva secolarista. Questo fa sì che le Chiese dell’Est di solito si sentano tra loro vicine e che la Chiesa ortodossa in particolare senta di avere come partner in questa difesa dei valori la Chiesa cattolica. Più problematica la situazione con le Chiese protestanti, che hanno una gran varietà all’interno e su certi problematiche etiche, sul tema della vita e della famiglia, hanno una visione più distante».
Quali sono le priorità che le Chiese pongono con più urgenza all’Europa?
«Anche se sappiamo che la presidenza tedesca dell’Ue tenta di fare qualcosa in questa direzione, ci sono prospettive minime di trovare citato il cristianesimo nel preambolo del Trattato costituzionale. Questo indica che purtroppo in Europa c’è un’ignoranza profonda di cos’è il cristianesimo e anche nel dibattito intorno alle radici cristiane dell’Europa si usava la parola cristianesimo per indicare qualcosa che non è l’essenza del cristianesimo. Di qui l’urgenza di ridire e testimoniare cos’è autenticamente il cristianesimo. Sarebbe bello se potessimo discutere anche a livello di Istituzioni d’Europa sul cristianesimo, non c’è mai stato un dibattito vero su cos’è e cosa può donare davanti ai problemi che l’Europa oggi si trova ad affrontare».
Quali sono le grandi sfide del futuro?
«La mobilità umana, l’emergere della Cina e dell’India, l’incontro tra popoli così diversi… Come Chiese siamo convinti che la convivenza pacifica tra popoli sarà possibile se ci sarà il lievito del cristianesimo per il quale siamo tutti fratelli perché figli dello stesso Padre, che ha a cuore dell’agire il comandamento dell’amore, una visione dell’uomo improntata sulla dignità di ciascuna persona, un sociale segnato dalla libertà e dall’uguaglianza. Senza il lievito di questo tipo di amore è difficile pensare che si riuscirà a superare gli egoismi nazionali e dei potentati economici». (Sir)
1998 – Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna danno vita alla Banca Centrale Europea ed adottano la moneta unica.
1999 – Undici paesi dell’U.E. entrano nella terza fase dell’Unione monetaria e adottano l’euro. Investitura della nuova Commissione di Romano Prodi da parte del Parlamento europeo.
2002 – L’euro, moneta unica dell’Unione, entra in circolazione negli. L’introduzione delle banconote e monete in euro rappresenta una sfida senza precedenti che coinvolge tutte le strutture economiche degli Stati membri, con l’esclusione di Gran Bretagna, Svezia e Danimarca.
2003 – Si conclude ad Atene il negoziato con la firma del Trattato di adesione per dieci Stati dell’Europa centro-orientale e meridionale. Cipro, Malta, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia ed Ungheria.
2003. Nel preambolo non figura il riferimento alle «radici cristiane». Italia, Polonia e gli altri stati cattolici si sono dovuti accontentare di un generico riferimento all’«eredità culturale, religiosa e umanistica europea».
2007 – Il 1° gennaio 2007, la Bulgaria e la Romania entrano a far parte dell’Unione europea che, attualmente, conta di 27 Stati membri. (ennio cicali)