Italia
«5 per mille», una firma che vale… forse la metà
di Claudio Turrini
Si scrive ancora «cinque per mille» ma a dir bene vale appena la metà. Non è colpa dell’inflazione, ma del governo che nella Finanziaria di quest’anno (Legge 296/2006) ha fissato in 250 milioni di euro il tetto massimo di erogazioni agli enti no-profit e alla ricerca scientifica e medica. Indipendentemente da quanto destineranno loro i contribuenti. Anzi, con il paradosso che più saranno gli italiani che sceglieranno il «cinque per mille» e meno varrà ogni loro singola firma. Lo scorso anno era stato previsto un gettito di 270 milioni di euro, ma dalle proiezioni elaborate a dicembre dal «Sole-24 Ore», su un 70% di dichiarazioni dei redditi, sembra che 7 italiani su 10 abbiano espresso questa opzione. Ai circa 29 mila enti beneficiari dovrebbe andare qualcosa come 470 milioni di euro, così ripartiti: 267 al mondo del no-profit, 70 milioni ai Comuni, 70 alla ricerca sanitaria e 61 a quella scientifica. Soldi, sia detto per inciso, che nessuno ancora ha visto e che tarderanno pure ad arrivare per la lentezza della macchina amministrativa e per i controlli che dovranno esser fatti sui destinatari delle erogazioni che si sono candidati semplicemente autocertificando di avere i requisiti necessari. Soldi che forse arriveranno nel 2008 o nel 2009, quando magari qualcuno dei beneficiari non esisterà neanche più.
Il centrosinistra non se l’è sentita di cancellare quello che il precedente esecutivo aveva introdotto «a titolo iniziale e sperimentale». Anche perché appena erano circolate le prime bozze di Finanziaria senza cenni alla sua permanenza tutto il mondo del volontariato era insorto. Ai primi di novembre era sceso in campo anche il Consiglio regionale della Toscana che aveva approvato all’unanimità una mozione, presentata da Marco Carraresi (Udc), che invitava il Parlamento nazionale a «provvedere immediatamente» alla reintroduzione del contributo in Finanziaria, ricordando che in Toscana sono «2.009 le realtà dell’associazionismo onlus, che hanno usufruito del contributo Irpef, senza contare le centinaia di amministrazioni comunali, università, fondazioni culturali, scientifiche e sanitarie». L’appello è stato raccolto, anche se nelle pieghe del provvedimento non mancano le sorprese. Così anche nel 2007 il contribuente potrà destinare, senza spendere niente in più, per ogni 10 euro di tasse pagate, 5 centesimi, ad opere benefiche o di ricerca scientifica e medica, indicando nella sua dichiarazione dei redditi, denominazione e codice fiscale dell’ente beneficiario. Con la differenza, rispetto allo scorso anno, che non sarà possibile destinare fondi ai Comuni né alle Fondazioni. Le opzioni saranno perciò ridotte a tre. Il «grosso» è costituito dalle 24.259 onlus (organizzazioni non lucrative), dalle 4.503 riconosciute e dai 3.011 enti di promozione sociale. Poi ci sono ecco l’elenco «B» 496 enti di ricerca universitari indicati dal Miur. E, infine l’elenco «C» 86 istituti di ricerca medica indicati dal ministero della Sanità. In tutto ben 32.355 soggetti, consultabili attraverso un database sul sito dell’Agenzia delle Entrate (www.agenziaentrate.it).
E sfogliando il corposo elenco (dove è possibile anche recuperare il codice fiscale dell’ente beneficiario che va riportato sulla dichiarazione dei redditi) non mancano le sorprese. Il meccanismo dell’autocandidatura attraverso l’invio di una domanda all’agenzia delle Entrate ha fatto sì che nella lista delle Onlus, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni riconosciute, facessero capolino le organizzazioni più disparate, come tre centri fitness, 20 moto club, nove golf club, 43 club di tennis e ping pong, due squadre di basket di B1 e, per passare ad altri settori, la Guardia nazionale padana, sede di Legnano. E, nonostante la Finanziaria 2007 lo escludesse, ci sono anche otto Comuni: Brescia, Cassaro (Siracusa), Garlasco (Pavia), Itala (Messina), Mazzarrà Sant’Andrea (Messina), Raiano (L’Aquila), Scido (Reggio Calabria) e Staffolo (Ancona). Come pure compaiono 19 Regioni (tutte, tranne le Marche) e le due Province autonome di Trento e Bolzano, incluse dal Ministero della salute non si capisce bene perché nell’elenco «C». Per eliminare le 89 Fondazioni bancarie, è stato deciso di eliminarle tutte, tranne quelle onlus, con la conseguenza di lasciar fuori realtà come il Fai, il Fondo per l’ambiente italiano. In compenso vi troviamo la Fondazione dei dottori commercialisti di Firenze. Ovviamente in questo gran calderone (solo in Toscana sono 2.276 gli enti beneficiari) c’è anche molto di «buono», realtà locali come le Misericordie o le Caritas, associazioni di volontariato ben conosciute, onlus che fanno cooperazione internazionale o assistenza a categorie deboli. Ma a parte i grandi network nazionali, che possono sperare in decine di migliaia di adesioni, nessuno deve illudersi. I fondi che potranno arrivare e chissà quando saranno poco più che spiccioli. Se dividiamo i 250 milioni a disposizione per il 2007 per i 40 milioni circa di contribuenti, vediamo che la media procapite di «cinque per mille» non arriva ai 6 euro. E anche ammettendo che solo il 70% firmi per questa possibilità, non si superano i 9 euro. Mettere insieme 50 sottoscrittori e non è facile per una piccola associazione ti può portare appena 450 euro.
Enti beneficiari in Toscana
|
||||
Provincia |
Totale |
A |
B |
C |
Arezzo |
173 |
173 |
– |
–
|
Firenze |
713 |
686 |
26 |
1 |
Grosseto |
122 |
122 |
– |
– |
Livorno |
162 |
160 |
2 |
– |
Lucca |
237 |
236 |
1 |
– |
Massa Carrara |
79 |
78 |
1 |
– |
Pisa |
272 |
266 |
5 |
1 |
Pistoia |
184 |
184 |
– |
– |
Prato |
135 |
132 |
3 |
– |
Siena |
199 |
197 |
2 |
– |
TOTALE |
2.276 |
2.234 |
40 |
2 |
Fonte: Agenzia per le Entrate |