di Filippo CiardiLa nostra inchiesta per capire come si stanno muovendo a Prato le associazioni e gli altri enti ecclesiali o comunque di ispirazione cattolica per poter beneficiare del 5 per mille inizia dalla Solidarietà Caritas, ramo onlus della Diocesi di Prato per i quali la Curia diocesana ha rivolto un appello particolare ai pratesi. Rodolfo Giusti, segretario della Caritas, sottolinea l’esigenza della trasparenza nell’impiego delle risorse che potrebbero giungere dal cinque per mille: «se fossero molte – spiega – potremmo pensare anche di aprire qualche nuovo servizio. Se invece le cifre saranno più modeste andranno a beneficio degli attuali progetti». La Solidarietà Caritas ha stampato un volantino con l’appello alla donazione e il proprio codice fiscale, che è stato distribuito in tutte le parrocchie.Con la Caritas «non si vorrebbero mettere in concorrenza l’associazione Il Casolare e il Comitato per il microcreditoChi sfrutterà questo tipo di articolatzione sarà ad esempio l’Mcl (Movimento Cristiano Lavoratori), la cui delegazione provinciale, come spiega il suo presidente, Piero Colzi «ha rinunciato ai fondi, suggerendo la donazione attraverso il codice fiscale nazionale del movimento. Così – aggiunge Colzi – speriamo di unificare la raccolta, che sarà destinata ai progetti del Cefa, organizzazione non governativa che opera per lo sviluppo delle zone rurali nei paesi poveri, e alle politiche familiari in Italia». Colzi crede comunque che il sistema «vada rivisto prevedendo un maggiore controllo su come i fondi saranno impiegati, in favore della loro destinazione a specifiche finalità e non ad un autofinanziamento generico degli enti».Chi invece è presente nella lista dei possibili beneficiari in tutte le sue articolazioni territoriali, è il Csi (Centro SportivoItaliano). Ma il presidente del Comitato pratese, Daniele Paoletti, sottolinea che «l’invito a devolvere il 5 per mille al Csi di Prato sarà fatto prevalentemente nell’ambito della promozione sportiva, tra gli addetti ai lavori: arbitri, dirigenti, soci. Ci sono infatti altri enti che probabilmente hanno ancora più bisogno di noi di fondi, anche se ho paura che l’introduzione del 5 per mille sia una leva che giustificherà la diminuzione di altri tipi di finanziamenti».Un ente storico che si è avvale del suo radicamento sul territorio, seppure a livello locale, per pubblicizzare la possibilità di beneficiare del 5 per mille è la Misericordia di Prato, che ha riunito tutti i presidenti di sezione per sollecitare le donazioni in proprio favore. Mauro Giovannelli, proposto dell’Arciconfraternita, sottolinea che «si tratta di un’erogazione che non comporta oneri per i cittadini. È un’iniziativa apprezzabile, anche se ho qualche dubbio sulle attese che si sono formate sul reale ammontare delle somme che andranno a favore degli enti pratesi. Se i risultati di questo esperimento non fossero soddisfacenti forse il prossimo anno dovrebbe essere innalzata l’aliquota percentuale».Roberto Macrì, presidente dell’Opera S. Rita, considera il 5 per mille una vera opportunità, su due fronti. «La prima – dice – è la possibilità di raccogliere risorse finanziarie per le nostre strutture per minori, per cui le convenzioni con gli enti pubblici non sono più sufficienti. La seconda è l’occasione di avvicinare altre persone ad un’espressione assistenziale storica della Chiesa locale e della città». L’Opera sta distribuendo una card con il proprio codice fiscale. Macrì sottolinea come «l’alto numero di enti ammessi al beneficio del 5 per mille è sintomo della vitalità del terzo settore».Tra le associazioni locali, il Centro di solidarietà, come spiega il direttore Francesco Gigliotti, «ha realizzato un depliant per i soci, volontari e conoscenti che spiega come esercitare l’opzione, anche se non so quantificare il reale beneficio economico che verrà ad un’associazione piccola come la nostra, rispetto invece all’opportunità di cogliere l’occasione per farsi conoscere di più». Gigliotti è critico sulla tipologia degli enti ammessi al beneficio del 5 per mille, «che comprendono un po’ di tutto, dai circoli di golf ai Comuni. Capisco i tagli della finanziaria agli enti locali, ma metterli in concorrenza con le onlus mi sembra poco opportuno».Anche la Pamat (Prevenzione abuso minori, associazionetoscana) lancia il suo appello per il 5 per mille: Lidia Scoppa, una delle fondatrici, ci spiega che «le istruzioni per la donazione sono state diffuse, tra soci e simpatizzanti, attraverso il periodico dell’associazione, La città dei bambini, nella speranza che possano arrivare un po’ di fondi a sostegno soprattutto del progetto Insieme per il doposcuola ed il recupero scolastico».L’associazione Giorgio La Pira, che per pubblicizzare l’iniziativa ha adottato il passaparola tra i soci e i volontari, segnala che «avrebbe estremo bisogno di fondi – sottolinea la presidente Maria Luisa Mattei – per poter ampliare le strutture, soprattutto dell’asilo notturno, che quest’inverno è stato sempre al completo. Spero che questa sia un’occasione anche per trovare nuovi volontari per l’accoglienza degli ospiti».Fanno appello alla generosità dei cittadini anche i Gruppi di volontariato vincenziano, presenti nella lista dei beneficiari pratesi con «Prato centro» e «S. Maria della Pietà». Come ricorda la presidente, Lina Bellandi Bisori, i gruppi, ispirati a quelli fondati da S. Vincenzo nel 1617, sono totalmente autofinanziati. «Per i nostri assistiti – speiga – anche piccoli contributi possono essere importanti».