Italia

40° CARITAS: MONS. PASINI (FOND. ZANCAN), STIAMO FABBRICANDO OGGI I POVERI DI DOMANI

(Fiuggi, dall’inviata Sir) Povertà “stagnante” e impoverimento crescente del ceto medio; diritto al lavoro, alla famiglia e all’uguaglianza sociale non pienamente garantiti. Secondo mons. Giuseppe Pasini, presidente della Fondazione E.Zancan e già direttore di Caritas italiana, “stiamo fabbricando oggi i poveri di domani”. Lo ha detto, durante la tavola rotonda di ieri sera sul tema della solidarietà e sussidarietà, nell’ambito del 35° convegno nazionale delle Caritas diocesane in corso a Fiuggi. Nel 2010 erano 8 milioni e 272 mila i poveri di povertà relativa; 3 milioni 129 mila di povertà assoluta. “Si tratta di milioni di persone condannate a restare in miseria – ha affermato -, con minori diritti e minori opportunità. Esattamente il contrario di quello che vorrebbe la Costituzione”. La disoccupazione, ha ricordato mons. Pasini, “ha raggiunto quest’anno il picco dell’8,4% e i più colpiti sono i giovani( 27,8%), le donne(9,8%) e gli immigrati(11,6%)”, le categorie “più a rischio di caduta nella povertà”. Più grave è la condizione dei lavoratori precari: “Quelli che non potranno accedere ad un lavoro standard, andranno in pensione nel 2035, con il 56% dell’ultimo stipendio e si avvicineranno molto alle attuali pensioni minime Inps”. Altro diritto non garantito è la famiglia, visto “che ogni figlio in più che viene alla luce equivale ad un impoverimento della famiglia. Infatti se la povertà colpisce in media l’11% delle famiglie, la percentuale di famiglie povere tra quelle con 2 figli è del 15,6%; e la percentuale di famiglie povere tra quelle con 3 figli è del 17,7%”. Per sanare queste sperequazioni, a suo avviso, “non può certo bastare il prezioso e amorevole l’intervento dei ‘Centri di aiuto alla vita’. Ci vogliono precise riforme di politiche familiari, oltre che di politiche fiscali e delle politiche dei servizi”. Secondo mons. Pasini in un Paese “dove il 10% della popolazione possiede il 48% della ricchezza, mentre milioni di cittadini possono contare su un reddito che non supera i 500 euro e dove 1 famiglia su 4 ha, oggi, difficoltà a coprire perfino le spese alimentari” sembra anche “difficile parlare di uguaglianza e di pari dignità”. Mons. Pasini ha biasimato un “palese disimpegno politico nel contrastare e ridurre la povertà”, fondato su “una cultura sottostante, che considera la povertà una realtà fisiologica della società, assolutamente ineliminabile, attenuabile solo con la solidarietà libera e spontanea della società civile”. Ha auspicato, invece, che “accanto agli interventi di sussidiarietà, provenienti dalla solidarietà spontanea, si rendano indispensabili gli interventi di giustizia, derivanti anche dalla solidarietà spontanea, ma soprattutto dalla solidarietà istituzionale, iscritta nella Costituzione”. (Sir)