Italia

40° CARITAS: CARD. BAGNASCO, SEMPRE VALIDA LA SUA FUNZIONE PEDAGOGICA

“A nome dei Vescovi Italiani e mio personale, desidero ringraziare di cuore la Caritas italiana nella felice circostanza del suo 40° anniversario, perché – come ebbe a dire il Papa Paolo VI di venerata memoria – ‘il suo aspetto spirituale non si misura con cifre e bilanci, ma con la capacità che essa ha di sensibilizzare le chiese locali e i singoli fedeli al senso e al dovere della carità’”: lo ha affermato questa mattina nella basilica di S. Pietro, in Vaticano, il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nell’omelia della messa che ha preceduto l’udienza delle Caritas diocesane con il Papa. Il cardinale ha ricordato i “meritevoli pionieri”, i direttori, i molti collaboratori, rinnovando a tutti la gratitudine e stima della Chiesa, “consapevoli – ha aggiunto – che la ‘funzione pedagogica’, individuata sin dall’inizio come il suo specifico ed irrinunciabile compito, trova oggi un singolare riscontro in quella ‘educazione del cuore’ a cui invitano gli Orientamenti pastorali per il decennio in corso”. A questo proposito ha poi sottolineato che “si tratta del dialogo diretto, esplicito e personale con Dio” perché “il cuore viene lentamente plasmato solo dall’esperienza del fuoco che è Dio stesso”. “L’esercizio della preghiera – ha aggiunto – è la prima forma per uscire dall’isolamento e dal ripiegamento su se stessi, scorgendo un orizzonte inedito e attraversando situazioni umanamente insuperabili”. “Nel nostro Paese, laddove ci si trova di fronte e fenomeni naturali imperiosi – come terremoti o alluvioni – o si debbano fronteggiare fenomeni sociali improvvisi – si pensi all’immigrazione – la Caritas è sempre pronta a rigenerare fiducia e ancor prima ad offrire una prossimità mai scontata, in grado di restituire dignità e fiducia”: così ha proseguito l’omelia il card. Bagnasco, sottolineando la “capacità di lettura, che diventa un atteggiamento culturale sempre vigile, unita alla tempestività nell’intervento, che fanno della Caritas un riferimento significativo non solo nelle emergenze, ma anche nel quotidiano”. “Occorre dunque che, con l’impegno di tutti, questa sensibilità si consolidi e sappia interpretare, e nel caso ravvivare, quel mondo del volontariato che continua ad essere una presenza generosa e promettente, purchè non smarrisca il suo riferimento originario alla gratuità dell’amore che si fa dono guardando a Cristo Gesù, Dono del Padre”. Il cardinale ha infine esortato a coltivare la virtù della speranza perché è di essa che “abbiamo più bisogno per affrontare le sfide del nostro tempo: non di una speranza qualunque, ma di quella che viene dall’Alto e che è puro dono da desiderare e invocare”. (Sir)