La creazione di un “Aids service” a livello continentale per dare concretezza ai propri impegni nella lotta contro il virus Hiv. E’ questa l’intenzione dei vescovi africani, che nel documento diffuso oggi – stilato al termine dell’assemblea plenaria di Dakar dello Sceam (Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar) nell’ottobre scorso hanno elaborato un piano d’azione a livello continentale. La sola Africa sub-sahariana conta infatti 26,6 milioni di persone infettate dal virus. In occasione della Giornata mondiale sull’Aids i vescovi africani sottolineano la loro solidarietà con gli ammalati e si impegnano a “rendere disponibili le risorse della Chiesa” (sanità, educazione e sostegno ai bisognosi). I vescovi ricordano che “astinenza e fedeltà” sono “i modi migliori di evitare di essere infettati o di contaminare gli altri”, per cui intendono promuovere, attraverso l’educazione, “cambiamenti di atteggiamento e di comportamenti”. Per questo viene stilato un “Piano d’azione” con impegni e obiettivi concreti. Tra i tanti, quello di “sviluppare programmi d’insegnamento che integrino il tema dell’Aids nell’educazione teologica e religiosa”, organizzare convegni e seminari a livello regionale, nazionale, diocesano e parrocchiale, “aumentare le risorse umane, materiali e finanziarie”, e “unire anche le competenze degli esperti nella medicina tradizionale che curano con le piante e con altri elementi della natura”. A livello sociale, si impegnano a lavorare per “far sparire le discriminazioni e le stigmatizzazioni”, ad introdurre i test volontari dell’Hiv, a collaborare con le altre confessioni cristiane e religioni, con i governi, le Nazioni Unite, le agenzie internazionali e intergovernamentali.Sir