Arezzo - Cortona - Sansepolcro

“Santo è bello”. Al via nell’Episcopio di Arezzo l’esposizione di stendardi processionali di Giorgio Vasari.

Venerdì 11 è stata annunziata ad Arezzo l’esposizione “Giorgio Vasari: Santo è bello”. Tra l’altro sarà possibile visitare in unica sequenza i celebri stendardi processionali dipinti dal Maestro aretino nei vari periodi della sua produzione artistica. L’esposizione sarà ospitata nel Palazzo vescovile di Arezzo in piazza Duomo 1, a partire dal 20 aprile prossimo, Mercoledì Santo, nell’anno cinque volte centenario dalla nascita dell’artista. Tra le opere più interessanti dell’esposizione ci sarà il Cristo nell’orto, un’opera conservata nella clausura di Camaldoli e per questo motivo praticamente mai vista e tutta da scoprire. Logo dell’evento culturale sarà lo stendardo circolare della Misericordia, dove sono rappresentati trasfigurati i santi protomartiri aretini Lorentino e Pergentino. Si è avuta la disponibilità di far venire in mostra ad Arezzo l’altra edizione vasariana del Cristo nell’Orto, conservata nel National Museum di Tokyo.L’allestimento museale temporaneo al piano terra del palazzo vescovile, prevede che accanto ai dipinti di Vasari, siano esposte, nella stessa manifestazione, alcune scelte opere del museo diocesano, ritenute rilevanti per una adeguata contestualizzazione della produzione artistica del genio aretino. Curatrice della mostra è la direttrice del museo diocesano dottoressa Daniela Galoppi, mentre l’architetto Gianclaudio Papasogli Tacca, coadiuvato dall’architetto Luisa Danesi Gori, realizzerà l’allestimento temporaneo dell’esposizione.“Giorgio Vasari, dipinge quattro dei nostri ‘giovani campioni’, San Lorentino e Pergentino e Santa Flora e Lucilla in un modo singolare – ha spiegato l’arcivescovo Riccardo Fontana -. Ragiona della bellezza con un’operazione ideologica fatta con molta consapevolezza, frutto di un rinascimento maturo dove antropologia cristiana e sentire rinascimentale percorrono per larghi tratti la stessa strada”. “L’esposizione non è il solito lancio di cose futuribili; l’architetto Papasogli ci propone un laboratorio moderno, non un deposito. Abbiamo già avuto occasione di ragionare del nuovo museo diocesano che si realizzerà nell’Episcopio di Arezzo – ha specificato l’arcivescovo Riccardo Fontana -. Un progetto ampio e significativo che verrà realizzato per stralci funzionali. La prima parte dei lavori verrà realizzata grazie ad un sostanzioso contributo di Banca Etruria. Lunedì prossimo si alzano i ponteggi sul cosiddetto salone di San Donato, quell’opera che Bartolomeo della Gatta creò per collegare l’Episcopio al duomo. Il contributo di Banca Etruria ha una valenza fortemente simbolica oltre che reale, perché ci permette di avviare il cantiere; è una scelta di campo, una scelta per il territorio condivisa con il presidente Fornasari”.“Il sostegno dato dalla Banca alla Diocesi per questa eccellente iniziativa è il segno della sensibilità del nostro Istituto ad interventi strutturati di carattere sociale, culturale di grande rilievo” ha dichiarato Giuseppe Fornasari Presidente di Banca Etruria. “Una forma di attenzione ad un’importante operazione di valorizzazione della città di Arezzo in linea con i principi e i valori di una Banca di natura popolare come la nostra, da sempre vicina al suo territorio”.“Giorgio Vasari iniziò la sua attività in un laboratorio orafo. Nel nuovo museo, che si chiamerà MUDAS (Museo diocesano di arte sacra), avremo una collezione di argenti significativa, con opere tra gli altri dello Spagna. Il mondo ecclesiastico è pieno di opere di argenteria che non si sa mai come far restaurare. Per questo ci sarà anche un laboratorio in grado di mostrare l’abilità degli orafi aretini. Che l’architetto Giovanni Raspini si proponga per il restauro di questi materiali è un modo concreto per mostrare cosa sappiamo fare. Inoltre, è previsto un secondo laboratorio per il restauro di tessuti preziosi di arte sacra. La diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro è assai ricca di tutti questi materiali e abbiamo anche il know how adeguato. Infine vorremmo recuperare il giardino retrostante l’Episcopio per accogliere i visitatori. Ci piacerebbe che possa essere alla maniera nord europea, cioè uno spazio aperto alla città dove sia possibile incontrarsi. Questo lavoro è pensato in funzione dei giovani della città, per offrire loro posti di lavoro e opportunità culturali. L’antico palazzo dei vescovi si apre alla cittadinanza per condividere con gli aretini anche questa risorsa del territorio”. Arezzo, 10 marzo 2011 L’Ufficio stampa della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro