Toscana

Prato, tragedia Macrolotto: Cisl, nessuno finga di stupirsi. Ripristinare legalità

 «Quello di Prato – afferma Pistonina – è un dramma che addolora e lascia costernati, ma di fronte al quale nessuno può fingere di sorprendersi, perché tutti sanno che da anni tra Firenze e Prato ci sono centinaia, se non migliaia, di persone che vivono e lavorano in condizioni praticamente di schiavitù. Siamo profondamente addolorati per quanto è accaduto. Toccherà a Vigili del Fuoco e autorità preposte accertare la dinamica, ma pare evidente che le cause di questa tragedia vadano cercate anche nelle condizioni di vita e di lavoro, al di fuori di ogni regola civile, in cui opera una parte della comunità cinese che si è insediata nel nostro territorio. E’ una situazione nota, che si protrae da anni, e che non si è riusciti ancora a debellare. Quanto accaduto pone con forza due temi: quello di una società, la nostra, che non è in grado di far rispettare le norme che si da e quello di servizi ispettivi e di sicurezza che, anche per i troppi tagli a cui sono stati sottoposti, non sono più in grado di coprire con efficacia il territorio».

«I morti di Prato ci interrogano in maniera pesante e dolorosa: fino a quando tutti noi, istituzioni, autorità per il controllo del territorio, parti sociali, popolazione della civile Toscana, permetteremo che forme di schiavismo mascherato da finta imprenditoria cinese prolifichino sul nostro territorio?». Lo scrive sul suo profilo facebook il segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza. «Oltre alla doverosa solidarietà per i poveri morti cinesi di oggi – continua Cerza – bisogna tutti insieme dire BASTA e ripristinare la legalità in Toscana, legalità che non si deve fermare davanti a nulla e a nessuno, cinesi o italiani che siano».