Toscana
Firenze, Grand Imam di al-Azhar: tra Oriente e Occidente uno «scontro pauroso»
«Ho avuto modo di esprimere il mio parere al riguardo in occasione di vari incontri di dialogo tra religioni e civiltà nei vari continenti: in sostanza, questi dialoghi – ha ricordato il grande imam al-Tayyeb – non sono riusciti, finora, a circoscrivere lo scontro, aperto o latente, tra il mondo arabo-islamico e l’Occidente, né sono riusciti a portare ad una visione comune per uscire da questa crisi mondiale». E se la crisi mondiale «dovesse proseguire il suo corso, sarà l’umanità tutta a pagarne il prezzo con guerre, distruzione, arretratezza e spargimenti di sangue, forse in una misura superiore a quella dei due conflitti mondiali della prima metà dell’ultimo secolo, come conseguenza dello sviluppo inarrestabile di nuove armi distruttive, delle politiche militari che sempre più occupano la scena e a causa della persistente determinazione dell’Occidente a mantenere una propria presenza militare in gran parte dei paesi orientali».
Nel prendere la parola il Grand Imam ha sottolineato l’urgenza oggi di «spegnere i focolai di guerra ovunque essi si manifestino, con l’invio di carovane della pace che solcano il mondo per questo obiettivo sacro». Poi ha spiegato il senso della Conferenza internazionale di dialogo che a Firenze sta riunendo fino a domani esponenti del mondo culturale e politico europeo e tre le più alte autorità del mondo islamico: «Sulle macerie della frustrazione e dalle nebbie della tristezza per un mondo sull’orlo del disfacimento di civiltà è scoccata l’idea di un incontro tra ‘saggi’ ben scelti, provenienti dall’Oriente e dall’Occidente, per avviare la disamina di una questione molto ardua ed estremamente complicata, nella speranza di giungere ad individuare una via d’uscita o per lo meno a gettare il seme dell’albero della pace che si spera possa portare dei frutti un giorno». Il Grand Imam ha quindi delineato i tratti critici dell’Occidente e dell’Oriente per concludere con un auspicio: «La mia speranza, egregi Saggi, è che l’Occidente diventi meno campanilista e arrogante, e che l’Oriente sia meno ossessionato e sospettoso, affinché entrambi si incontrino a metà strada, e che sia un incontro di conoscenza reciproca, di affetto, di scambio di esperienze e di benefici!!».
«Siamo venuti da voi – ha quindi concluso il grand Imam – con grandi speranze, con una fiducia illimitata nella vostra lealtà e nella vostra determinazione contro i fautori della violenza, contro coloro che vogliono che l’Occidente rimanga Occidente e che l’Oriente rimanga Oriente, senza incontrarsi mai». «Viene da chiedersi se sarà mai possibile un giorno per la colomba della pace aleggiare tra Oriente e Occidente unendoli nuovamente, magari a Firenze, nel cuore del Mar Mediterraneo sulle cui sponde vivono i popoli dell’Oriente e dell’Occidente. È giunto forse il momento perché la saggezza dei Saggi si faccia sentire in Oriente ed in Occidente alla ricerca della pace, in un mondo sfinito dalle guerre e dai conflitti, per restituire all’umanità la felicità e salvarla dalla distruzione che incombe all’orizzonte. Invero, la saggezza dei Saggi e la lealtà delle persone leali sono in grado di farlo».