Toscana
Corsinovi: Misericordie toscane a rischio scomparsa, sepolte da burocrazia e rimborsi insostenibili
«Ci sono tante Misericordie sul nostro territorio che non ce la fanno più – ha detto Corsinovi – a causa di una burocrazia asfissiante che obbliga tanti dei nostri volontari a inventarsi commercialisti, avvocati, esperti di sicurezza, piuttosto che fare quello che vorrebbero, cioè aiutare il prossimo. E questo a fronte di rimborsi da parte della Regione ormai divenuti insostenibili e inaccettabili».
«Ogni punto di emergenza sanitaria territoriale della rete del 118 (in Toscana circa 140, tutti gestiti dal volontariato) riceve 88mila euro all’anno di rimborsi – ha spiegato Corsinovi -. Il Lazio, per lo stesso servizio riconosce al volontariato 288 mila euro, il Piemonte 325 mila, la Lombardia 390 mila. E se quella stessa postazione, con 18 operatori come viene chiesto a noi, il pubblico dovesse gestirla in proprio, con personale dipendente, spenderebbe 468mila euro. A cui andrebbero aggiunti i costi per il materiale: ambulanze, attrezzature, carburanti, ecc. Gli 88 mila euro che ci vengono riconosciuti oggi sono gli stessi del 1999, con il semplice adeguamento Istat, a dispetto dei tanti adempimenti e oneri che si sono aggiunti da allora».
«Al punto in cui siamo – ha concluso Corsinovi – le sempre maggiori difficoltà di ordine burocratico, accompagnate da simili rimborsi per le tante attività svolte, non consentono più la prosecuzione del nostro impegno».